“Le vicende drammatiche di questi ultimi giorni – ha spiegato Mercante – dimostrano come l’Abruzzo, purtroppo, sulla prevenzione sia sempre indietro rispetto alle altre Regioni d’Italia ed il fatto che non figuri tra gli enti aderenti all’Aineva ne è l’ennesima dimostrazione. Come ricordato dagli esperti il rischio valanghe sull’Appennino è stato per anni sottovalutato poiché si riteneva che le basse altitudini, dove era minore l’accumulo di neve, e le condizioni climatiche diverse da quelle della cinta Alpina diminuissero fortemente il fattore di rischio. In realtà il pericolo, da noi, è analogo rispetto a quello delle Regioni del Nord visto che nelle nostre montagne esistono pendii con inclinazioni superiori ai 26 gradi. E non è, di certo, un caso che le Marche, regione con noi confinante, faccia parte di tale associazione.
Nel caso di valanghe, infatti – ha continuato Mercante – la prevenzione diventa essenziale ed un monitoraggio rapido ed efficace, unitamente alla elevata professionalità ed esperienza del personale, sono requisiti essenziali per evitare i rischi e ridurre i danni. Mi sembra, invece, che di fronte al maltempo ed agli episodi drammatici di questi ultimi giorni la nostra Regione si sia trovata piuttosto impreparata e lenta nell’affrontare le situazioni di pericolo.
Se è vero – ha concluso Mercante – che con le calamità naturali ed il maltempo siamo costretti necessariamente a fare i conti, è pur vero che, molto spesso, le conseguenze disastrose che ne derivano sono più frutto dell’incuria e dell’inerzia dell’uomo che non degli eventi naturali veri e propri. Anche in questo caso, quindi, come ho evidenziato per il lago di Campostosto, una corretta attività di prevenzione può consentire di evitare che si verifichino altre tragedie”.