Dopo centinaia di ore trascorse in piena emergenza meteo con innumerevoli Comuni senza elettricità, ancora in attesa degli ultimi aggiornamenti da parte di Enel, il Sottosegretario Regionale con delega alla Protezione Civile Mario Mazzocca formula alcune riflessioni: “Lo stato della rete strutturale-infrastrutturale di erogazione dell’energia elettrica in Abruzzo, lo abbiamo già detto, attende ormai da troppo tempo interventi sia strutturali che di manutenzione straordinaria. Enel dovrà tempestivamente mettere mano agli investimenti sulla rete di distribuzione annunciati fin dall’agosto 2015 che, evidentemente, o non si stanno effettuando ovvero stanno procedendo ad un ritmo evidentemente troppo blando.
Va sottolineato, inoltre, che dai dati a nostra disposizione forniti da Enel emerge come la maggioranza delle 200mila utenze complessivamente (anche se non contemporaneamente) disalimentate (in buona parte ora rialimentate – alle 22,00 di ieri 17 gennaio, ultimo aggiornamento, le interruzioni ammontavano a circa 87mila) erano tali a causa di svariate interruzioni alle linee di Alta e Media Tensione (fra tralicci in sofferenza e guasti alle cabine primarie); la competenza su tale rete è in capo a Terna, il cui operato è eufemisticamente definibile come approssimativo. Terna dovrà darsi parecchio da fare affinché situazioni simili non abbiano più a verificarsi. Ritengo, pertanto, sia un dovere da parte nostra valutare attentamente la ricorrenza delle condizioni per avanzare una specifica e corposa richiesta di risarcimento danni per i disservizi già patiti dalla comunità abruzzese che non sembrano ancora finiti.
Le drammatiche condizioni meteo che si protraggono ormai da 13 giorni quasi senza soluzione di continuità hanno determinato nella nostra Regione una situazione di emergenza dal carattere di estrema eccezionalità, mai verificatasi almeno negli ultimi 60 anni: i primi ed ancora parziali dati sulle precipitazioni nevose in corso sembrano, infatti, confermare l’ipotesi di una situazione più grave di quella verificatesi nel lontano 1956 che, a memoria di vivente, è la nevicata più copiosa e duratura che si ricorda sul territorio regionale.
Situazioni di tale portata vanno, dunque, fronteggiate eccezionalmente attivando l’intero sistema di Protezione Civile, sistema che si basa sul principio di sussidiarietà. La prima risposta all’emergenza, qualunque sia la natura e l’estensione dell’evento, va garantita a livello locale, a partire dalla struttura comunale, l’istituzione più vicina al cittadino. Il primo responsabile della protezione civile è quindi il Sindaco: in caso di emergenza assume la direzione e il coordinamento dei soccorsi e assiste la popolazione, organizzando le risorse comunali secondo piani di emergenza prestabiliti per fronteggiare i rischi specifici del territorio. Quando un evento non può essere fronteggiato con i mezzi a disposizione del Comune, il Sindaco mobilita i livelli superiori attraverso un’azione integrata: la Provincia, la Regione, lo Stato. Ricorrere a tutti i mezzi a disposizione, incluso l’impiego dell’Esercito Italiano, non rappresenta dunque una ‘resa delle armi’ agli eventi in corso ma in realtà un preciso dovere dettato, oltre che dalla norma, anche dal buon senso e dall’esame delle situazioni in continuo divenire”.