Francavilla al Mare. In circa tre mesi ha percorso l’Italia a piedi per testimoniare con Avis l’importanza della donazione di sangue.
Si tratta del giovane Marco Cileo che questa mattina è stato ospite nella Sala Giunta del Comune di Francavilla, ad ospitarlo il sindaco, Antonio Luciani, che ha presieduto la cerimonia di encomio.
“Indubbiamente è una bella soddisfazione – ha sottolineato il presidente dell’Avis cittadina di Francavilla, Giovanni Angelucci – grazie a Marco anche il nome di Francavilla, della nostra città, è stato diffuso e propagato per tutta l’Italia con questa gran camminata per la vita, ovviamente dedicata al dono del sangue. La difficoltà di avvicinare volontari, soprattutto giovani, è il nostro cruccio, è un problema principale in maniera particolare qui a Francavilla perché riteniamo che, nonostante abbia una potenzialità elevatissima con un numero di abitanti intorno ai 25 mila, ci sia un numero di donatori iscritti all’Avis di Francavilla non particolarmente elevato, siamo intorno ai 200 iscritti e raccogliamo intorno alle 300 unità di sangue all’anno. Per Francavilla è sicuramente una cifra bassa, abbiamo bisogno di giovani che si accostino al volontariato e che diano il sangue perché ce n’è particolarmente bisogno purtroppo. Volevamo farci aiutare proprio da Marco che è stato un testimonial eccezionale per la nostra sezione”.
“L’idea è venuta dal desiderio di girare l’Italia – ha spiegato Marco Cileo – però volevo che questo mio viaggio avesse anche uno sfondo sociale per le persone. Allora mi sono rivolto all’Avis di Francavilla al Mare a cui ho presentato questo mio progetto di fare la camminata lungo tutta la penisola e portare il messaggio importante della donazione del sangue. Io sono donatore da circa tre anni, ho presentato il progetto e sono stato accolto molto volentieri dall’Avis comunale di Francavilla e poi sono partito dalla Sicilia il 15 di settembre. Alcune difficoltà le ho incontrate soprattutto i primi giorni dato il caldo della Sicilia ed il fatto che il mio fisico non era abituato ad un certo chilometraggio. I primi 15 giorni sono stati abbastanza duri, poi però visto l’affetto che ho trovato nei centri Avis e la solidarietà che ho ricevuto per strada, sono andato avanti perché questi elementi sono stati la benzina per il mio viaggio. Mi hanno sempre spronato ad andare avanti e le difficoltà venivano sempre compensate. Mi rimangono tantissime amicizie, tanti bei posti che ovviamente tornerò a visitare, poi i volti delle persone, la solidarietà che ho incontrato, sono tutte cose che mi sono rimaste nel cuore. Io mi sento molto cambiato come persona rispetto a prima, ho visto quanto è bello il nostro Paese e quanta solidarietà c’è tra gli italiani. C’è sempre bisogno di sangue, siamo proprio al limite, ovviamente la mia intenzione era proprio quella di focalizzare l’attenzione sulla donazione di sangue che viene richiesto ogni giorno da molte strutture ospedaliere, quindi auspico che le persone che si vogliono avviare alla donazione vengano in massa perché ne abbiamo estremamente bisogno”.