“Sono trascorsi dieci giorni eppure quei manifesti sono ancora al loro posto (sbagliato). Perché l’amministrazione comunale di Pescara non ha provveduto a defiggere i manifesti fuori legge? Sono state elevate le opportune sanzioni?” chiedono Acerbo e Di Sante “Come se non bastasse a partire almeno dalla giornata di ieri giovedì 17 novembre su diversi autobus delle linee urbane (6, 3/,16, 4/) dell’azienda regionale per il trasporto pubblico TUA (ex GTM) che percorrano le città di Montesilvano, Pescara; Francavilla al Mare e San Giovanni Teatino sono stati affissi cartelloni pubblicitari per il Comitato “Basta un sì” –rimarcano i segretari PRC– in paese violazione della normativa vigente. Si produce una moltiplicazione abusiva, benchè parzialmente mobile, di “tabelloni fissi” visto che notoriamente gli autobus sostano ripetutamente alle fermate e ai capolinea”.
Per i dirigenti di PRC è grave che tale propaganda inoltre sia proprio sui mezzi dell’Azienda regionale pubblica di TPL, di proprietà della Regione Abruzzo. Le segnalazioni, spiegano, sono state inoltrate ai vigili urbani di Montesilvano e Pescara
“Inoltre a più di dieci giorni dal nostro esposto –rendono noto Acerbo e Di Sante– resistono due manifesti di grandi dimensioni recante –Basta un sì Matteo Renzi a Pescara-, il primo sulla facciata dell’esercizio commerciale –BRICO MIO –EMPORIO CHIACCHIA- di fronte all’uscita del casello A25 di Scafa, il secondo difronte al cementificio di Scafa sulla strada statale Tiburtina Valeria in direzione Popoli, entrambi in violazione delle normative vigenti. D’Alfonso e Alessandrini ignorano il divieto di utilizzo di mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per finalità che nulla hanno a che fare con lo svolgimento delle loro competenze istituzionali, durante la campagna elettorale.
È il regime dell’arroganza, –concludono gli esponenti di Rifondazione Comunista– è il preludio dell’Italia che hanno in mente Renzi e D’Alfonso e i sostenitori del sì. Davanti ad un uso così spregiudicato delle istituzioni è doveroso sostenere le ragioni del NO. Sulle vicende enunciate, nella giornata di oggi, abbiamo per conto di Rifondazione Comunista depositato un secondo esposto”.