Pescara – La Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus ha inviato stamattina una diffida al Comune di Pescara affinché annulli in auto-tutela il Permesso di Costruire rilasciato nel 2012 alla società Pescaraporto per la realizzazione di 3 palazzi in zona porto e le successive richieste di cambio di destinazione d’uso.
La SOA è particolamente interessata ad una riqualificazione dell’area del porto di Pescara finalizzata ad una riconnessione ecologica, come peraltro originariamente previsto dal Piano particolareggiato 2 che interessa la zona. Purtroppo il cosiddetto Decreto Sviluppo ha dato la possibiità al privato di operare in deroga alle previsioni del Piano Regolatore Generale.
Questo, però, a detta della SOA non autorizzava a rilasciare il Permesso di Costruire senza attuare altre norme, come quella della Valutazione Ambientale Strategica, prevista da una Direttiva Comunitaria, la 42/2001/CE.
“Il Decreto Sviluppo ovviamente non poteva sospendere la validità di tale direttiva” spiegano gli ambientalisti che ricordano come la SOA è intervenuta anche nelle vicende del cambio di destinazione d’uso. “Anche per questi passaggi doveva essere prevista la procedura di Valutazione Ambientale Strategica, cosa che gli altri comuni fanno regolamente. Su questi punti ci sono sentenze della Corte di Giustizia Europea inequivocabili –lamentano i coordinatori della Stazione Ornitologica Abruzzese– appare veramente incredibile il comportamento degli uffici comunali che paiono non tener conto degli obblighi che discendono dalle norme comunitarie, esponendo il Paese all’apertura di una Procedura d’Infrazione alla prima segnalazione. Eventuali multe milionarie, in caso di condanna, verrebbero poi scaricate sul bilancio comunale.
Non sono ipotesi, diversi comuni abruzzesi sanno bene cosa può avvenire visto che stanno subendo le conseguenze della condanna della Corte di Giustizia per non aver bonificato le discariche”.
“La Valutazione Ambientale Strategica è necessaria per stabilire gli effetti ambientali delle modifiche al Piano Regolatore, –conclude l aSOA– anche per interventi che vanno in deroga. Ad esempio, serve per valutare gli effetti sulla mobilità, sulla depurazione (nuovi residenti determinano un ulteriore carico su un depuratore già in sofferenza depuratore), sulla produzione di rifiuti, sulla qualità dell’aria».