La Lettera di Pratesi ad Alessandrini
Caro Sindaco, leggo con crescente preoccupazione le notizie, che si accavallano in questi giorni sulle testate giornalistiche e sui social-network in merito agli interventi che il Comune di Pescara sta effettuando sul proprio patrimonio arboreo, cancellando peculiarità architettoniche, storiche e ambientali che di fatto hanno positivamente caratterizzato la città da decenni. La rappresentanza locale del WWF mi segnala che persino i pini cantati da d’Annunzio, il cittadino più illustre di Pescara, stanno per essere tagliati. Davvero la Sua Amministrazione vuole rendersi responsabile di un tale gesto? Ci ripensi, caro Sindaco. Ci rendiamo ovviamente conto della necessità di intervenire sugli alberi qualora vi siano situazioni di pericolo, ma nel caso specifico gli elementi raccolti fino ad oggi impongono un’ulteriore riflessione e un necessario approfondimento. Le chiedo, in nome dell’ambiente che il WWF da 50 anni tutela in Italia, di interrompere immediatamente gli interventi in atto. A motoseghe ferme potrà valutare congiuntamente a tecnici, cittadini, WWF e altre Associazioni intervenute in questi giorni, se c’è una strada per salvaguardare sia la sicurezza dei cittadini, se si dimostrerà con metodi affidabili che davvero ci sono pericoli, che il patrimonio verde, il decoro e l’immagine della città. Una immagine che le scelte delle ultime settimane e, soprattutto, la pervicace insistenza su un percorso che si sta dimostrando sbagliato e dannoso, stanno irrimediabilmente danneggiando a livello locale e nazionale. Pescara si vanta a ragione di essere “la città di D’Annunzio”; rischia ora miseramente di diventare “la città che ha tagliato i pini di D’Annunzio”. Non sto a ricordarLe il valore di ciascun albero e la sua importanza per la qualità dell’ambiente, in particolare dell’aria che respirano tutti i cittadini di Pescara, ad iniziare da Lei. Né vale dire che gli alberi sacrificati saranno sostituiti, poiché quelli che si stanno tagliando sono lì dagli Anni ’30 del secolo scorso, hanno resistito a bombardamenti e maltrattamenti, hanno visto ripararsi sotto di loro intere generazioni: ci vorranno 80 anni perché quelli nuovi possano avere analogo portamento e uguale funzione. La ringrazio per l’attenzione che mi ha voluto dedicare e mi auguro di ricevere al più presto buone notizie da Pescara.