giovedì , 21 Novembre 2024

Montesilvano, ordinanza consumo vongole: Di Costanzo (PD) ”servono azioni preventive, non ad emergenza conclamata”

Montesilvano – “Avevamo denunciato il superamento dei limiti tabellari in riferimento alle cariche batteriche, esattamente due mesi fa. Eppure ci era stato risposto che ‘le acque sono in condizioni più che buone’. Così la Segretaria cittadina del PD, Romina Di Costanzo, interviene in merito alla recente ordinanza del Sindaco di divieto sul consumo di vongole sul litorale e denuncia azioni poco incisive nel risolvere problemi della città.

 

“Vorremmo sperare – scrive – che non sia stato inteso e ‘non’ ignorato quello a cui ci stavamo riferendo. Infatti, i dati rilevati e pubblicati dall’ultimo monitoraggio dell’Arta nei due punti di campionamento a valle dell’impianto di depurazione evidenziavano valori in un caso addirittura 5 volte superiori al limite imposti. D’altronde la Chamelea gallina (vongola) è un indicatore trofico del livello di inquinanti organici e inorganici e quindi basterebbe già questo per trarne le conclusioni”.

“La contaminazione microbica, infatti, – spiega Di Costanzo – rappresenta il principale rischio sanitario nelle aree dove il trattamento delle acque reflue è inadeguato e può causare una contaminazione delle acque e l’accumulo di patogeni specialmente nei molluschi filtratori, che si cibano di particelle sospese nell’acqua, concentrandole nei tessuti e negli apparati.
E’ noto che per legge i molluschi bivalvi devono rispettare una serie di requisiti igienico-sanitari per essere avviati al consumo umano diretto. Nello specifico devono contenere meno di 300 coliformi fecali e/o meno di 230 escherichia coli per 100 grammi di polpa e liquido intervalvare; essere privi di salmonelle in 25 grammi di polpa; non contenere sostanze tossiche o nocive”.

Secondo la rappresentante del PD, “Piuttosto che rispondere come sovente con offese personali e al partito che rappresento, ignorando l’argomento, si fosse posta la dovuta attenzione al tema, evitando nel frattempo il bioaccumulo della concentrazione dell’inquinante organico nei bivalvi, col rischio di eventuale contaminazione alimentare prima dell’avvenuto campionamento e analisi dell’istituto zooprofilattico.

Ovviamente il tema è complesso. E’ ovvio che gli escherichia coli, sono cariche batteriche fecali e dunque sarebbe opportuno monitorare con più attenzione ciò che succede a valle del depuratore, predisponendo controlli e azioni mirate di prevenzione intervenendo sull’ammodernamento dell’impianto con trattamento terziario”.

“Consci delle difficoltà economiche degli enti locali, in questi casi, – conclude Di Costanzo – piuttosto che intervenire con ordinanze in fase emergenziali acclarate, sarebbe auspicabile una maggiore incisività nell’avviare partenariati funzionali all’intercettazione di fondi mirati alla tutela e riqualificazione ambientale del corso d’acqua superficiale. Si poteva anche intervenire con protagonismo nella stessa negoziazione delle misure di mitigazione e compensazione per la realizzazione dell’approdo turistico alla foce del Saline, con la richiesta al committente di investimenti di ammodernamento del depuratore o messa in sicurezza della discarica, visto che non si può parlare di turismo senza preservare l’ambiente, né di entrambi senza concorrere con giuste agevolazioni per uno e investimenti a tutela per l’altro”.

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