giovedì , 21 Novembre 2024

Nuova Pescara, l’ex consigliere Falco “Cittadini o sudditi?”

«Il sindaco di Spoltore, per niente convinto della sentenza del TAR che gli rigettò la richiesta preventiva di annullamento della consultazione referendaria, contro la volontà dalla maggioranza dei propri cittadini si è rivolto al Prefetto di Pescara perché non venisse riconosciuto alcun peso all’esito della stessa, considerata evidentemente carta straccia in nome di un orgoglio cittadino di cui invero si erano perse da tempo le tracce e di cui non si sentiva certo il bisogno –continua Ermanno Falco–  A Montesilvano, invece, nella seduta del 28 gennaio 2016, convocata a tutta fretta e a forte sospetto di violazione del relativo regolamento, è stato lo stesso consiglio comunale, tra assoluta miseria del dibattito ed incresciose intemperanze verbali di taluni consiglieri, a chiudere la bocca a 13.719 montesilvanesi dichiarandone l’incompetenza a decidere e prospettando una non meglio precisata e comunque tardiva “condivisione dei servizi” che, guarda caso, lascerebbe comodamente e lautamente assiso al proprio cadreghino l’attuale numero di sindaci, assessori, consiglieri e dirigenti comunali.

Ma se anche fosse residuato qualche dubbio, a togliere ogni incertezza ci ha pensato dalle colonne di questo giornale on line l’imperturbabile consigliere Gabriele Di Stefano, cavallo di razza della politica cittadina, che con prosa asciutta e grammaticalmente ineccepibile, pur concedendo che i cittadini “abbiano espresso la loro posizione sulla fusione” solennemente afferma che tuttavia non sarebbero “stati messi in condizione di valutare concretamente pro e contro del quesito referendario” e che quindi “la politica avrebbe dovuto trovare la soluzione concreta e più adeguata…”».

«Il che , se l’italiano è ancora la nostra lingua, –spiega Falco–equivale a dire che i cittadini-elettori sono da considerare alla stregua di una mandria di buoi ignoranti, mentalmente tardivi e concettualmente incapaci di inquadrare i problemi amministrativi, mentre la casta dei notabili ha tutto il diritto di decidere cosa e quando concedere o negare ai propri sudditi.
Viene a questo punto l’atroce sospetto che il Rinascimento, l’Illuminismo, le conquiste sociali del secolo breve non abbiano mai avuto ingresso nella nostra Montesilvano e che Cristo si sia fermato molto prima di Eboli».

 

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