Henry Sappia, cospiratore ed agente segreto di Mazzini in incognito a Pianella fu anche socio dell’antico sodalizio. Introdurrà i lavori l’avv. Loris Di Giovanni che a suo tempo collaborò con il prof. Serpentini in Archivio di Stato di Pescara per la ricerca di notizie nel fondo de Felici per un primo libro sul personaggio edito dallo storico teramano assieme allo studioso francese Maurice Mauviel e presentato sempre a Pianella. Modererà l’incontro il dott. Alessandro Morelli esperto di storia pianellese.
Enrico Sappia (1833-1906) inseguì poco più che quindicenne il mito di Garibaldi, poi si pose al servizio di Mazzini come suo agente segreto, a Costantinopoli, a Napoli (dove restò tre anni detenuto nel Carcere di Castel dell’Ovo), a Genova, a Torino e a Firenze, in seguito a Parigi, dove organizzò banchetti repubblicani e fianco dei futuri “comunardi. Fu incarcerato, processato e condannato per cospirazione politica. Caduto il Secondo Impero francese, dopo un breve soggiorno a Nizza, sua città natale, visse a Londra nell’ambiente degli esuli internazionali.
Dopo la morte di Mazzini, tornato in Italia, si dedicò ad un giornalismo polemico ed aggressivo nelle Puglie. Durante la sua successiva quasi decennale permanenza in Abruzzo, dove si presentò come prof. Enrico Sappia De Simone e fu ospite del marchese Gesualdo De Felici a Pianella pubblicò numerosi scritti di carattere politico, storico e artistico. Più tardi, dopo essere stato a Caserta e Torino, tornò nella natia Nizza, ormai diventata francese, assumendo il nome di Henri Sappia, con il quale pubblicò numerosi articoli storici e letterari sulla rivista “Nice Historique” da lui fondata. Fondò anche la “Acadèmia Nissarda”.
Nel volume vengono riproposti per la prima volta unitariamente e commentati gli scritti pubblicati da Sappia in Abruzzo, tra cui “Appunti sui popoli Plenilensi e Pianella” e una corrispondenza inedita con il marchese Gesualdo De Felici.
Il volume è curato da Elso Simone Serpentini, autore di saggi filosofici e storici, che nel 2008, sempre per Artemia Edizioni, ha pubblicato sullo stesso Sappia una documentatissima biografia, realizzata a quattro mani con lo studioso francese Maurice Mauviel, “Enrico Sappia. Cospiratore e agente segreto di Mazzini” recensito sulle più prestigiose riviste storiche americane e presente nelle biblioteche delle principali università europee e mondiali.
“Il prof. Enrico Teodoro De Simone arriva in Abruzzo per la prima volta mercoledì 8 ottobre 1879 all’imbrunire. Alla stazione di Mutignano, dove scende dal treno a vapore, c’è ad attenderlo il sig. Pacchiarotti, che è andato a prenderlo con un “legno” su incarico dell’on. Luigi Patrizi, deputato eletto nel collegio di Atri. Il professore ha 46 anni, Patrizi è più giovane di 9 anni. De Di Simone è povero in canna e non ha né mezzi né risorse economiche, il deputato è un ricco proprietario terriero, con possedimenti a Montorio al Vomano, Marina di Montepagano, Ortona, della cui amministrazione si cura in maniera esclusiva, non esercitando la professione forense, pur essendo laureato in giurisprudenza, e non essendo un assiduo frequentatore dell’aula parlamentare. La permanenza in Abruzzo del prof. De Simone in questo primo soggiorno, quando non immagina forse che vi tornerà, per rimanervi quasi dieci anni, è breve. Infatti a metà del mese di novembre riprende il treno alla stazione di Mutignano e riparte per Molfetta. Tornando in Puglia, ripercorrendo all’incontrario il litorale che all’andata tanto lo ha impressionato e che così vivacemente ha descritto in alcuni suoi scritti sul Corriere Abruzzese, porta con sé un gradito ricordo della sua permanenza in Abruzzo e dei paesi che ha visitato, da solo o in compagnia dell’amico Patrizi, tutti facenti parte del suo collegio elettorale: Cellino Attanasio, Bisenti, Castel Castagna, Basciano. Il prof. Enrico Teodoro De Simone, che arriva per la prima volta in Abruzzo l’8 ottobre 1879, che vi tornerà l’anno successivo per restarvi quasi dieci anni, quello stesso prof. De Simone che insegna a Molfetta e ancor prima è stato a Bitonto e ancora prima a Napoli e a Firenze, conosciuto da tutti come tale, altri non è che Enrico Sappia, nato a Nizza, anzi per la precisione a Toetto, un piccolo paese delle Alpi Marittime, sito nel cantone di Scarena, che si trovava allora nel Regno del Piemonte, mercoledì 17 aprile 1833. E’ quell’Enrico Sappia che, proprio come avevano sospettato i suoi nemici di Bitonto, ha un passato assai movimentato. E’ stato cospiratore e agente segreto di Mazzini, ha trascorso tre anni detenuto a Napoli a Castel dell’Ovo, è stato processato e condannato a morte in Francia, a Blois, dopo aver cospirato a fianco dei repubblicani e dei futuri “comunardi”. Alla morte di Mazzini è tornato in Italia, trasformandosi da cospiratore in giornalista aggressivo e fortemente polemista, oltre che cronista giudiziario. In Abruzzo, sia nella sua prima breve permanenza che nella seconda, più lunga, ospite a Pianella del marchese De Felici, ha scritto e pubblicato molto, occupandosi di politica, storia, letteratura, musica ed arte.”