L’artista americano sarà all’Aquila
per presentare il suo nuovo lavoro in prima nazionale
L’Aquila – Con l’incontro con l’artista americano William Basisnky prende il via un programma di Open day durante il quale l’Accademia apre le sue porte alla città ed in particolare ai giovani, per far conoscere una realtà viva e stimolante che da oltre trent’anni opera sul territorio regionale.
Si parte il 25 Febbraio prossimo presso il Teatro dell’Accademia , con una giornata dedicata al compositore texano William Basinski, che, per l’occasione, eseguirà, in prima nazionale ( ridosso dell’anteprima mondiale ad Union Chapel, Londra, 23 Febbraio) il nuovo lavoro A Shadow In Time. Unica tappa in Italia, l’audio video performance si svolgerà con una prima parte (ore 15.00) di incontro e confronto con il pubblico, studenti e cittadini aquilani in particolare, introdotta e moderata dal critico musicale Leandro Pisano a cui seguirà (ore 17.30) la AV (Audio Video) performance di Basinski.
“L’Accademia di Belle Arti dell’Aquila – spiega il direttore Marco Brandizzi – propone così un nuovo ed interessante appuntamento con i linguaggi dell’arte contemporanea attraverso l’incontro dal vivo con le personalità più rappresentative. Anche questa iniziativa si situa nell’ambito del lavoro didattico di alto valore pedagogico che il nostro istituto sta organizzando. Con William Basinsky si avvia, inoltre, un programma di Open Day con il quale l’Accademia apre le sue porte al territorio e alle altre istituzioni scolastiche”. A Shadow in Time di William Basinsky è realizzato con la collaborazione del Conservatorio di Musica “A. Casella” dell’Aquila e con il contributo del Comune dell’Aquila.
A Shadow In Time. Utilizzando partiture originali, suoni rubati, echi, tape loops, le composizioni di Basinski costruiscono un sognante nido in cui perdersi. Attraverso tecnologie obsolete ed analogiche, l’artista americano esplora la natura temporale della vita. La ciclicità, stigmatizzata dalla sua poetica, è forse la rifrazione dell’uomo asservito alla sovrastruttura; le sparute variazioni, effetto di carichi di malinconia strazianti, sono costrizioni al cambiamento, correzioni cromatiche nell’atmosfera generale. Feticci. Assolutamente unici nella loro irriproducibilità, ma agevolmente duplicabili, i nastri magnetici di Basinski, non sono supporto, bensì minerali su cui calcificare azioni artistiche portatrici di bellezza: uno sparuto caso nell’arte mediale contemporanea in cui la totale proprietà fisica coincide con quella intellettuale. Archivi di memorie impresse dunque, opere che in contrappasso con la digitalizzazione, con la modernità, rivendicano la loro esistenza in quanto tale, scevra da applicazioni novellistiche e funzionalismi.
Impossibile nel presente, eterna, malinconica, la ricerca di William non produce, disintegra, decontestualizza il significante attraverso l’interpretazione dello stesso.
Percorrere l’opera di Basinski è molto simile a perdersi in un mercatino dell’usato, con la voglia e la prontezza di spendere per ricordi già consumati dal mondo dei consumi.