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sabato , 26 Aprile 2025
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Vasto, operazione “Fake marriage”: 5 arresti e 20 denunce

Chieti. Matrimoni combinati tra cittadini italiani e donne di origine dominicana per ottenere permessi di soggiorno regolari.
“Fake marriage” è il nome dell’indagine avviata nell’agosto 2014dai Carabinieri della Compagnia di Vasto e delle Stazioni di Roccasponalveti e San Buono che ha permesso oggi di disarticolare una vera consorteria di individui, costituita da madre e figlia di origine dominicana e tre italiani, in grado di far entrare illegalmente stranieri nel territorio nazionale.

Dalla prime luci dell’alba i militari dell’Arma, a Vasto, Roccaspinalveti, Guglionesi (Cb) e Vimercate (Mi), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, presso il Tribunale di Vasto, a carico di: P. R.M., dominicana 56enne residente a Monza; M. S.O. alias “Celina”, 30enne figlia convivente della prima; G.G., 74enne residente a Vasto; R.L.T., 51enne di Roccaspinalveti; D.D.S., 37enne residente a Guglionesi (Cb).

Dei cinque indagati D.D.S eM. S.O., sono state condotte agli arresti domiciliari mentre gli altri indagati sono stati associati al carcere più vicino.

Gli arrestati avevano creato una complessa rete di contatti e procedure attraverso le quali, previa riscossione di importanti somme di denaro che variavano dai 5 mila ai 10 mila euro, in relazione alle difficoltà burocratiche, effettuavano i viaggi nella Repubblica di Santo Domingo ove accompagnavano accondiscendenti complici disposti a contrarre matrimonio “fittizio” con donne dominicane le quali, ovviamente, avevano l’unico interesse di ottenere il permesso d’ingresso e soggiorno nel territorio italiano e la successiva cittadinanza grazie proprio al nuovo status di coniuge.

Ottenuto il risultato, le donne
abbandonavano il “tetto coniugale”
e si allontanavano dal coniuge.

I Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vasto diretta da Giampiero Di Florio, hanno investigato per lunghi mesi ed hanno raccolto un quadro che ha portato all’emissione del provvedimento restrittivo a carico dei predetti e alla denuncia in stato di libertà di altre 22 persone, tra dominicani ed italiani, per concorso nel reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della permanenza illegale di stranieri sul territorio nazionale.

Oggi è scattata l’operazione, condotta anche nell’interland milanese ove risiedevano le due donne dominicane, e che hanno consentito, altresì, di rinvenire nel corso delle perquisizioni domiciliari, copiosa documentazione che dimostra le illecite attività, in particolare documenti anagrafici, stati di famiglia, versamenti bancari, visite mediche, ecc., tutto finalizzato all’espletamento degli iter burocratici per l’ottenimento delle cittadinanze italiane. Si apre ora una seconda fase di studio della documentazione che potrebbe ampliare lo scenario investigativo.

“L’attività è stata molto particolare ed intensa – ha spiegato il Maggiore Giancarlo Vitiello della Compagnia di Vasto – ed è stata portata avanti dalle Stazioni di Roccaspinalveti e San Buono, con il coordinamento della Compagnia di Vasto.

A Liscio, tra Roccaspinalveti e San Buono,
una prosperosa signora della Repubblica Dominicana
ha sposato un uomo del posto che non è benestante
e non presenta particolarità rilevanti.

Questa signora particolarmente appariscente si notava all’interno del paese, ad un certo punto è scomparsa e successivamente è arrivata la cittadinanza e allora sono scattate le indagini che hanno portato agli arresti e alle denunce.
Durante le indagini sono stati anche sequestrati dei documenti. L’indagine è stata condotta e portata avanti dalla Procura della Repubblica di Vasto. Questa signora con la figlia sono la mente di queste attività.
Queste persone del posto, che non sono facoltose, hanno preso dei soldi, si sono prestate e sono risultate utili per l’ottenimento del permesso di soggiorno che con il tempo sarebbe diventato cittadinanza. Le indagini sono partite nell’agosto del 2014. Le somme di denaro variavano dalle 5 alle 10 mila euro. Venivano combinati questi matrimoni senza che poi ci fosse la vita coniugale”.

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