giovedì , 21 Novembre 2024

Emanuele Cavallucci, l’unico puglie professionista di Chieti

“Mio fratello maggiore mi portò in una palestra – esordisce il giovane boxeur – perché vedeva le mie giornate erano abbastanza vuote: non amavo lo studio, non ero un quindicenne modello. In palestra dunque per essere inquadrato ed apprendere la disciplina. Col tempo fu chiaro che ero portato per lo sport. In realtà iniziai allora dalle arti marziali, dal sanda per la precisione, ma già si notava la mia attitudine al picchiare coi pugni. Il mio attuale allenatore Diodato mi vide combattere e mi contattò dicendomi che ero più bravo con le mani che non con le gambe nel picchiare e dunque passai alla boxe. Avevo 16 anni”.

Danilo Diodato, uno che ha avvicinato tanti giovani alla boxe grazie all’impegno e all’amore nel praticare questo sport, affianca ancora oggi Emanuele Cavallucci che da ragazzino lo vedeva come un modello da seguire e del quale seguire le orme:
“A quei tempi il mio idolo era proprio lui, il mio insegnante: sognavo di diventare come lui che era seguitissimo dalla gente”.

Cavallucci, prima di diventare professionista, ha avuto un buon cammino fra i dilettanti come superwelter: 64 incontri (40 vittorie, delle quali 2 per ko, 16 sconfitte e 8 pareggi), tre titoli di Campione del Centro Italia e tre convocazioni per il Torneo “Guanto d’Oro d’italia” (competizione nella quale chiamano solo gli otto migliori pugili di ogni categoria), tre volte premiato dal Coni come sportivo teatino dell’anno.

A marzo coronerà il sogno di combattere nella sua Chieti da Professionista e chiamerà a raccolta per l’occasione tutti gli amici e gli sportivi della città che lo vorranno idealmente abbracciare ed incoraggiare durante il combattimento.
Non c’è ancora la data precisa dell’evento, ma sarà comunicata a breve.

“Sarà un grande evento organizzato nei minimi dettagli – spiega Emanuele Cavallucci – una vera e propria rassegna fra i migliori pugili e quelli di un’altra regione ancora da scegliere.
Combatterò io nel match finale: non ci sarà un titolo in palio, ma servirà per scalare la graduatoria, essere fra i primi del ranking e coltivare sempre più la mia ambizione di andare magari presto a combattere per il titolo d’Italia.
Vorrei che il pubblico accorra numeroso ad incitarmi al mio prossimo incontro a Chieti.
Quando combatto di solito si dice che ci sia sempre spettacolo. Per i ragazzi più giovani sarà un’occasione per avvicinarsi al mondo della boxe: potranno vedere che non è solo fare a pugni, ma uno sport dove regnano il rispetto, la disciplina, i sacrifici e c’è tanta preparazione dietro un combattimento. Io sognavo di essere incitato da una folla di gente che gridava il mio nome ed ora sarà così nella mia Chieti: mi auguro che un giorno possa accadere la stessa cosa a qualche ragazzo che verrà a vedermi”.

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