“Il Protocollo, risalente ormai al 16 ottobre 2014, prevede l’istituzione di un tavolo tecnico, presso il quale il Garante funge da primo strumento operativo; ma tale figura risulta ancora assente, con buona pace della situazione critica che affligge stabilmente i tribunali abruzzesi. Oltre 12.000 procedimenti iscritti nel 2015 al solo Ufficio del Magistrato di Sorveglianza di Pescara (un organico di 2 magistrati e 4 impiegati), che ne ha emesso un numero ancora maggiore: solo questo dato basterebbe a dare un’idea delle proporzioni insostenibili che il carico di lavoro sta assumendo”, proseguono Di Nanna e Acerbo.
“A tale proposito, occorre sottolineare che spetterebbe al Garante dei detenuti collaborare con gli uffici di sorveglianza, segnalare i casi più gravi, fungere da collegamento tra l’interno e l’esterno del mondo carcerario. Ad aggravare il quadro arriva la notizia che – come prevedibile – il Ministero procederà alla nomina di un commissario straordinario vista l’incapacità della Regione Abruzzo nel garantire un adeguata accoglienza dei pazienti abruzzesi attualmente reclusi negli OPG”.
“Purtroppo, il Consiglio regionale continua a rimandare l’elezione del Garante, nonostante la candidatura autorevole di Rita Bernardini che darebbe l’occasione di una larghissima convergenza delle forze politiche. Torniamo quindi a chiedere che si dia applicazione alla legge e che l’Abruzzo si doti di una figura di garanzia per i senza voce. Non è davvero comprensibile il boicottaggio di fatto nei confronti di una proposta come quella di Rita Bernardini, il cui profilo dovrebbe mettere d’accordo tutti”.