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domenica , 27 Aprile 2025
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Nuova Pescara, Mercante: “Cinque anni non sono un gioco, la melina sì”.

“Vorrei innanzitutto ricordare – ha spiegato Mercante – al Presidente che il suo interessamento per la Nuova Pescara è saltato fuori dopo quasi due anni dal referendum e solo dopo il clamore mediatico e le pressioni continue esercitate dal Movimento 5 Stelle. Mi chiedo, soprattutto, come mai non abbia ritenuto necessario rispettare la volontà popolare nei tre mesi in cui la legge prevedeva una competenza esclusiva del Presidente della Regione per il deposito del progetto di fusione. Stabilire, poi, come data per la nascita del Nuovo Comune il 2019, con la ulteriore possibilità di una sospensione, veto dei sindaci e di un rinvio del progetto a data da destinarsi, mi pare solo un espediente per tranquillizzare gli animi. Nel frattempo passeranno gli anni, si giungerà al termine di questa legislatura e tutto finirà, come sempre, nel dimenticatoio. Se è vero che per l’istituzione di un nuovo comune è necessario un iter complesso, è altrettanto vero che i cinque anni, dal 25 maggio 2014 al 1 gennaio 2019, previsti per la nascita della Nuova Pescara, sono un lasso di tempo sproporzionato e spropositato. Basti pensare che per tutti i casi di fusione di comuni fino ad ora realizzati tra il giorno del referendum e la nascita del nuovo comune sono occorsi, in media, dai tre ai dodici mesi, anche in caso di Comuni di media grandezza. Tanto è vero che il nostro progetto prevede una ben precisa calendarizzazione, nel pieno rispetto dei tempi necessari per processi di questo tipo e di questa grandezza.

E che l’intento di D’Alfonso sia solo quello di rimandare tutto alle calende greche lo dimostra il fatto stesso di aver sentito l’esigenza di depositare due nuove proposte di legge, firmate tra l’altro dai fedelissimi della maggioranza dei quali nessuno dell’area pescarese, che nulla aggiungono rispetto a quella che il Movimento 5 Stelle ha presentato ad ottobre 2014, se non cavilli ed espedienti per ritardare il più possibile il processo di fusione.

E mentre si seguita a rinviare e rimandare – ha concluso Mercante – i bilanci dei tre Comuni languono e i cittadini, privati dei milioni di euro che lo Stato eroga in caso di fusione, pagano tasse sempre più alte e godono di servizi sempre più scadenti, a differenza dei tre sindaci che continuano a sedere tranquilli sui loro comodi scranni preoccupati, soltanto, di arrivare indenni alle prossime elezioni”.

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