Chieti. In vista dell’amichevole che andrà in scena Mercoledì alle ore 20:00 e che vedrà la compagine biancorossa affrontare la We’re Basket Ortona, guidata coach Sorgentone e con tante ex stelle teatine in organico, scopriamo insieme l’associazione Slums Dunk e i suoi principali protagonisti. Il termine “Slums Dunk” è un gioco di parole derivante dalla commistione del termine “Slam Dunk” (schiacciata) e “Slums” (baraccopoli). Nel 2014 Slums Dunk ha costruito il suo primo campo di basket nella baraccopoli di Mathare (Nairobi, Kenya), dove vivono 95 000 persone stipate in solo 1,5 km^2, con il 50% della popolazione composta da giovani di età inferiore ai 18 anni. Qui ha attivato una scuola di minibasket capace di coinvolgere 100 ragazzi, di garantire il libero accesso al campo di basket e di supportare l’educazione ai life skills in 10 scuole informali, coinvolgendo circa 1000 ragazzi under 15.
Questo, come confermato da Pino Di Paolo, nostro assistant coach e cofondatore di Slums Dunk dai tempi della sua esperienza a Teramo insieme aBruno Cerella, è solo il trampolino di lancio per un’organizzazione che guarda avanti, cercando di espandere il modello Mathare in direzione di altre zone degradate non solo economicamente ma anche e soprattutto socialmente. L’intenzionee è quella di partire da Kisimu, zona rurale del Kenya per poi dirigersi in Zambia e altri paesi, magari in Sud America sperando, come già accaduto altrove, nell’appoggio di onlus già radicate sul territorio. Pino Di Paolo, vice allenatore di Chieti ha vissuto ben due esperienze in Kenya come guida per gli allenatori da formare in loco e ricorda con particolare affetto il suo primo viaggio, un’esperienza “che ti fa sentire utile, grazie anche alla riconoscenza delle persone. Vedere la voglia di basket dei bambini, la gioia nei loro occhi quando hanno i palloni in mano, riempie d’orgoglio. E’ molto importante il sostegno di un pubblico numeroso, i fondi sono necessari per aiutare chi ne ha davvero bisogno ed è anche una grande occasione per rivedere in campo vecchie glorie della Pallacanestro Chieti”.
Dello stesso avviso è coach Carrea, primo allenatore di Biella, dopo lo scudetto juniores conquistato lo scorso anno con Casalpusterlengo all’ultimo secondo. Proprio in terra lombarda è nata la collaborazione di Correa con Cerella, giocatore dell’Olimpia Milano. Il coach è prestodiventato parte integrante del team di lavoro e ha continuatopiù volte ad andare in Kenya per formare gli allenatori del posto: “L’Africa penso sia un esperienza che arricchisca chiunque sia capace di andare lì con la giusta predisposizione ad imparare oltre che a insegnare, perché è un posto che nasconde tanti segreti e tanti piccoliinsegnamenti che vanno ben oltre quelli più facili da immaginare come il contatto con la povertà. E’ una cultura molto diversa con una scala di valori differenti con cui ci si deve necessariamente relazionare con intelligenza. Il momento in cui è stato portato a termine il campo di Mathare penso sia indimenticabile, riuscivamo finalmente a toccare con mano tutti i nostri sforzi ed è stato bellissimo. Quando una passione diventa una professione avvolge tutta l’esistenza di una persona. Al basket devo le più grandi gioie e anche qualche sofferenza, qualche momento di sconforto che mi ha dato l’occasione di crescere”.
Raggiunto dai nostri microfoni anche Tommy Marino, forte play di Treviglio e cofondatore del progetto, mostra tutto il suo entusiasmo:”Tutto iniziò con un viaggio intrapreso insieme a Cerella, visitando le baraccopoli di Nairobi e portando materiale da basket per i bambini ed ora abbiamo una scuola-basket che funziona benissimo.Vorremmo costruirne altre nella prossima estate, in tanti altri posti. Essendo il creatore insieme a Bruno, il mio ruolo nel progetto è centrale, mi occupo principalmente di come reperire fondi e di come gestire ilm progetto sui social network, faccio un po’ di tutto. Una delle gioie più grandi con Slums Dunk l’ho avuta la settimana scorsa, ricevendo un messaggio da un allenatore della nostra scuola-basket di Nairobi che mi informava del raggiungimento della fase finale di un torneo che si sarebbe tenuto sul campo da noi costruito: per questi ragazzini è un sogno che diventa realtà, mi ha riempito il cuore. Da quando sono nato il basket è la mia vita e non significa soltanto qualcosa, è tutto”.
Interrogato poi, non potevamo esimerci dal farlo, sulle difficoltà del campionato di A2 e sull’imminente incontro con Chieti, Tommy Marino ha dichiarato con entusiasmo: ”Questo torneo mi piace molto, il livello è sicuramente superiore rispetto a quello dello scorso anno e ciò non può che essere stimolante, perché confrontarsi con persone più forti serve a migliorare. Chieti è una buona squadra, sta svolgendo un cammino concreto ed è a soli due punti da noi. All’andata vincemmo a fatica e loro erano senza americano, è sicuramente una squadra da rispettare. Spero di vincere ma soprattutto confido in un match in cui a trionfare sarà lo spettacolo. Non ho mai vinto nulla a livello di squadra e spero di riuscirci presto perché niente è bello e stimolante come vincere”. E noi non possiamo che augurargli di meglio, magari partendo dalla domenica successiva.
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