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lunedì , 28 Aprile 2025
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A Pescara servono più alberi e giardini per combattere inquinamento e smog

Di recente stati fatti importanti studi sia in ambiente anglosassone che in Italia in merito all’efficacia degli alberi nella lotta all’inquinamento. Secondo i ricercatori dell’University of Southampton, i cui studi sono stati pubblicati sulla rivista Landscape and Urban Planning è stato stimato che a Londra gli alberi rimuovono ogni anno tra le 850 e le 2.100 tonnellate di Pm10. Uno studio condotto dai ricercatori americani nel 2010 ha scoperto che gli alberi e le foreste degli Stati Uniti hanno rimosso 17,4 milioni di tonnellate di inquinamento atmosferico con effetti positivi sulla salute umana valutati in 6,8 miliardi di dollari. Tale studio è stato pubblicato sulla rivista Enviromental Pollution.

Il CNR-Ibimet, Istituto di Biometeorologia di Bologna, ha invece effettuato numerosi esperimenti in merito alle specie arboree anti-inquinamento che possono essere utilizzate con successo in ambienti urbani e lungo arterie stradali particolarmente trafficate e inquinate. Le principali caratteristiche che rendono un albero  spazzino delle polveri sottili e gas inquinanti risiedono nelle foglie: grandezza degli stomi  che immagazzinano i gas inquinanti e presenza di peli (cere e tricomi) che risiedono nella pagina inferiore della foglia e che trattengono il particolato che viene poi dilavato dalle piogge. Quindi gli ecoservizi degli alberi sono importantissimi per migliorare la salubrità dell’aria e la salute dei cittadini.

I principali alberi anti-inquinamento che possono essere usati in ambiente urbano sono: bagolaro (Celtis australis), biancospino (Crataegus sp.), tiglio (Tilia cordata e plathyphyllos), platano (Platanus sp.), acero campestre (Acer campestris), acero riccio (Acer platanoides), acero di monte (Acer pseudoplatanus), albero di Giuda (Cercis siliquastrum), ontano nero (Alnus glutinosa), gelso nero (Morus nigra), gingko (Gingko biloba), orniello (Fraxinus ornus), frassino maggiore (Fraxinus excelsior), leccio (Quercus ilex), melo da fiore (Malus “everest”), mirabolano (Prunus cerasifera), ciliegio selvatico (Prunus avium), sambuco (Sambucus nigra), olmo comune (Ulmus minor), Cerro (Quercus cerris), Liriodendron (Liriodendron tulipifera), Carpino bianco (Carpinus betulus). 

Per quanto riguarda le siepi è stata fatta una lista di specie arbustive che possono essere utilizzate per creare pareti verdi da combinare alle alberature sopracitate: l’agrifoglio (Ilex aquifolium), il viburno (Viburnum tinus; viburnum lucidum), corbezzolo (Arbutus unedo), photinia (Photinia sp.), alloro (Laurus nobilis), ligustro (Ligustrum lucidum), eleagno (Eleagnus sp.).

“A Pescara”, concludono le associazioni, “negli anni lo  sviluppo urbanistico ha notevolmente ridotto le aree verdi. Inoltre le arterie stradali presentano delle alberature che sono state colpite da potature non eseguite a regola d’arte, che hanno indebolito la struttura degli alberi ed loro potenziale ecoservizio contro l’inquinamento. Un importante risultato nell’abbattimento delle polveri sottili può essere dato da  una gestione arborea di qualità:   messa a dimora di tantissime nuove piante (scegliendo specie resistenti), realizzazione di siepi sempreverdi e boschi urbani di biocompensazione , promozione  di terrazzi e tetti verdi,  progetti di verde verticale”.

 

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