Si è tenuto ieri a Pescara il Consiglio comunale straordinario sulla controversa Filovia di Pescara, in seduta straordinaria aperta agli interventi esterni. Assenti i Comitati cittadini da sempre contrari alla commessa pubblica in esame per le troppe criticità tecnico-economiche mai risolte, che hanno deciso di non partecipare alla seduta in segno di dissenso civile nei confronti dell’attuale minoranza.
A loro giudizio, principale responsabile del pessimo impiego di risorse pubbliche che è stato consentito con ostinata inconcludenza su uno dei Viali più frequentati e apprezzati della Città. Per questo motivo, hanno inviato al Presidente del Consiglio Comunale il comunicato, accluso, con preghiera di leggerlo all’Assemblea all’inizio dei lavori e verbalizzarlo agli atti del procedimento. Con l’occasione, i Comitati medesimi giudicano utile aggiungere il contributo informativo di seguito sinteticamente trascritto.
“E’ del tutto evidente – scrive Ivano Angiolelli, portavoce dei comitati cittadini – che si tratti di un grave “pasticcio” all’italiana su cui, ancora oggi, la politica trasversale non osa fare l’unica cosa ragionevole: vale a dire la risoluzione contrattuale in danno, in conformità al Codice degli appalti pubblici, consentita dal fallimento di un vettore le cui caratteristiche tipiche in dotazione non sono rinvenibili in veicoli alternativi equivalenti in produzione sul mercato internazionale degli autobus”.
Ovviamente, spiega il portavoce la reticenza a perseguire strade alternative trova le sue ragioni nella “preoccupazione fondata che il Ministero disponga la revoca del finanziamento malamente confermato a dicembre 2002, col conseguente improrogabile intervento della Corte dei Conti, in verità tardivo in modo ingiustificato e incomprensibile”.
La soddisfazione espressa dai comitati sugli esiti del tavolo di lavoro tenutosi in Regione il 17 dicembre scorso trova le sue ragioni – evidenzia Angiolelli -, “in primo luogo, nella consapevolezza di aver in larga misura contribuito a svelare tutti i retroscena tecnici e giuridici del misterioso affare. Poi, nell’aver sventato l’arrivo a Pescara di sei pacchi napoletani del valore di circa 11 milioni che, senza i comitati, sarebbero oggi custoditi a marcire nel deposito appositamente costruito in GTM con altri 1,2 milioni di Euro. Col favore del Ministero suddetto e, incredibilmente, del più accreditato CIPE, che il 28 gennaio 2015 ha autorizzato l’immediata immissione in esercizio dei sei Phileas falliti due mesi prima, persino non omologabili giacché dotati di motogeneratore Diesel Euro 5. Paradossale”.
“Il terzo motivo di soddisfazione – aggiunge – si riscontra nella ragionevole certezza di aver evitato che fossero elettrificate le principali vie di Pescara, col rilevante danno ambientale e paesaggistico conseguente.
Sentire, da ultimo, il Presidente D’Alfonso appellare la filovia al pari di un “sistema del novecento“, come tale necessariamente da accantonare e sostituire con un mezzo elettrico di ultima generazione, cui è seguita l’affermazione circa l’infungibile utilità sociale conseguita negli anni dall’ex tracciato ferroviario, dismesso nel lontanissimo gennaio 1988, da tutelare salvaguardare e, aggiungiamo noi, possibilmente migliorare, completa il giudizio favorevole”.
Oltre ai comitati contrari al filobus di antica memoria, assenti anche TUA, la Regione Abruzzo, titolare del procedimento, e i cittadini – sempre più lontani dalla politica – e dei, veri protagonisti di questa brutta vicenda. “Sconcertanti, sul piano politico, le mozioni comuni del centrodestra e del centrosinistra, che fingono di contrapporsi per poi trovare sempre l’intesa quando c’è da far danni”.
E ancora “l’ex tracciato ferroviario, nell’attuale configurazione, non è idoneo ad accogliere un sistema TPL di massa.
Nondimeno, collaboreremo con spirito costruttivo alla predisposizione di un nuovo progetto sostenibile”.
Secondo i comitati il documento proposto è viziato da un errore concettuale nel punto in cui afferma che “i lavori infrastrutturali del primo lotto della filovia sono stati sostanzialmente terminati“. Infatti spiegano i comitati cittadini “ il manto stradale del tratto pescarese, necessita di radicali interventi di ripristino, le barriere architettoniche non sono mai state eliminate; le quaranta banchine di fermata, costruite a misura del pianale del Phileas, dovranno essere tutte smantellate e rimodulate, così danneggiando il manto di bitume appena riposizionato; la pista ciclabile e i marciapiedi, su entrambi i lati della carreggiata, in pessimo stato d’uso, necessitano dell’integrale ricostruzione a norma;l’impianto d’illuminazione, vetusto e inefficiente, dovrà essere completamente sostituito e altrettanto, vale per la vegetazione presente nella mezzeria e per gli alberi abbattuti da riposizionare a dimora”.
Ma intanto secondo Forza Italia il blocco della gara per la progettazione del secondo e terzo lotto rappresenterebbe in realtà la vera beffa, e ha già portato il ‘caso’ in Procura, e ora ha intenzione di mobilitare i cittadini in una grande manifestazione popolare.