Pescara. Si è tenuto ieri un tavolo di lavoro negli Uffici del Presidente Luciano D’Alfonso, cui hanno preso parte i vari soggetti interessati al sistema TPL filoviario tra Pescara e Montesilvano, i funzionari della Regione, alcuni componenti del Consiglio di amministrazione di TUA S.p.A., i vertici dell’ATI appaltatrice, i sindaci di Pescara e Montesilvano e le parti sociali da sempre contrarie all’appalto così configurato.
Si è dibattuto di filobus, di autobus elettrici a batteria, di tram. E’ anche spuntata l’idea della monorotaia sopraelevata, proposta cara a Confcommercio, ma subito accantonata per i costi d’impianto e di gestione troppo elevati, al pari di quelli richiesti dal tram, che tra l’altro comporterebbe il ripristino sul tracciato delle rotaie di antica memoria.
Lo stesso Ezio Ardizzi ha manifestato la netta contrarietà al sistema filoviario per l’impatto ambientale che sarebbe procurato alle principali vie cittadine.
Soddisfazione da parte dei comitati cittadini sull’esito dei lavori, «ringraziamo –scrivono Antonella De Cecco del Comitato oltre il gazebo – no filovia, Maurizio Biondi del comitato Utenti strada parco, Antonella Ciancaglini del Comitato ventimila metri cubi e Claudio Ferrante presidente dell’Associazione Carrozzine determinate – il Presidente D’Alfonso per la disponibilità dimostrata all’ascolto delle buone ragioni dei cittadini e, soprattutto, per il riconoscimento esplicito che è stato riservato all’apprezzata funzione sociale svolta dalla Strada parco ormai da circa un ventennio, a tutela della complessiva qualità della vita della popolazione».
«Una commessa pubblica le cui troppe criticità originarie irrisolte dovrebbero suggerire di staccare la spina una volta per tutte, – aggiungono – a motivo dell’accertato encefalogramma piatto rilevato sul conto di un progetto nato senza futuro, che ha procurato fin qui non pochi imbarazzi alla Stazione appaltante, all’ATI esecutrice inadempiente, alla stessa Regione Abruzzo, titolare dell’annoso inconcludente procedimento».
Secondo i comitati åLa proposta prevalente di occupare la sola corsia lato monte a senso unico alternato con un rotabile moderno e innovativo, privo di infrastrutture fisse, attraverso la previsione di alcuni punti di scambio, riservando la corsia lato mare all’uso esclusivo dei ciclisti, sembrerebbe suscettibile dei necessari approfondimenti sul piano tecnico. In ogni caso, essa pregiudicherebbe non di poco la fruibilità del tracciato nella sua consolidata destinazione d’uso tanto gradita ai cittadini».
«L’impiego di un mezzo ingombrante, – concludono – unitamente alla presenza di diciannove incroci semaforizzati, cui si aggiunge la mai risolta inaccessibilità per le persone svantaggiate alle banchine di fermata, data la presenza di insormontabili barriere architettoniche diffuse sulla quasi totalità del percorso dedicato, definiscono un quadro fosco e inquietante di un appalto che difficilmente vedrà la luce. Tante cose storte non ne faranno mai una dritta».