La Fondazione Penne Musei e Archivi (Musap) nasce nel 2011 con l’intento di fornire una gestione integrata delle diverse realtà culturali della città di Penne. Uno dei progetti di punta della Fondazione è la rinascita dell’Arazzeria Pennese che ha rappresentato nella seconda metà del ‘900 un’eccellenza dell’artigianato che ha avuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. L’Arazzeria Pennese fu fondata nel 1965 da due maestri del locale Istituto d’Arte e da un preparato gruppo di tessitrici, loro ex allieve. A differenza delle arazzerie che operano in Italia ed Europa, come quelle francesi o portoghesi che lavorano ad alto liccio, l’Arazzeria Pennese segue delle proprie caratteristiche tecniche utilizzando la tecnica del basso liccio, con telai costruiti all’interno del laboratorio stesso. Importantissimi artisti hanno fornito i loro bozzetti all’Arazzeria e collaborato con le loro idee e suggerimenti alla tessitura: Marcello Avenali, Afro Basaldella, Diana Baylon, Remo Brindisi, Giuseppe Capogrossi, Primo Conti, Antonio Paradiso e le figlie di Giacomo Balla. Un’altra particolare caratteristica dell’Arazzeria Pennese si trova infatti nel stretta relazione con gli artisti: la tessitura avviene con il contributo dell’artista stesso e artisti firmano gli arazzi aggiungendo alle opere un alto valore culturale ed economico.
Nel corso degli anni gli arazzi di Penne hanno partecipato a numerose mostre nazionali e internazionali ottenendo riconoscimenti e premi che hanno portato gli arazzi fino al Guggenheim di New York nel 2004 e nella Biblioteca Nazionale di Roma. A partire dalla fine degli anni Novanta la produzione degli arazzi è rallentata fino a terminare del tutto, a seguito della scomparsa di uno dei due maestri fondatori.
Grazie al sostegno dei partner che hanno creduto e finanziato il progetto, lo scorso anno si è potuto riaprire l’unico laboratorio di arazzeria a basso liccio che opera in Italia.
“Il progetto si propone di far rinascere l’Arazzeria Pennese in quanto rappresenta una tipicità del panorama artistico la cui unicità è riuscita a valicare i confini nazionali e internazionali. La sua riapertura non determina solo un’attività produttiva fine a se stessa ma è in grado di rigenerare ricchezza anche e soprattutto in termini sociali e culturali in tutto il territorio vestino” spiega Laura Cutilli, direttrice del Mamec, che ha seguito in prima persona il progetto dell’Arazzeria. “Lodevole iniziativa che merita il sostegno della Regione – commenta Giancarlo Zappacosta, direttore settore trasporti, mobilità, turismo e cultura della Regione Abruzzo- che conferma la presenza nel nostro territorio di esperienze creative di successo”. “Una significativa difficoltà nella realizzazione di tale attività – interviene Rocco D’Alfonso, sindaco di Penne- è stata la scarsa disponibilità di risorse finanziarie e la realizzazione è stata possibile grazie al sostegno di tutti i partner. La riuscita del progetto, che ha dato alla luce dei veri e propri capolavori, testimonia come l’Abruzzo può competere solo se lo fa con attività sinergiche di rete”. L’appello che lancia Fernando Di Fabrizio, presidente di Legacoop Abruzzo e del Musap, è di non far morire questo progetto per carenza di risorse economiche e professionali e ritiene importante programmare corsi di formazione che mantengano in vita questa eccellenza abruzzese.
PENNE: CITTà D’ARTE
grazie per questo interessante progetto.
molto interessante, essendo l’unica arazzeria in Italia; se nel laboratorio di tessitura si daranno la possibilità di seguire corsi di formazione per i giovani “artigiani” .
tanti auguri per la valorizzazione e rinascita dell’ARAZZERIA PENNESE.