giovedì , 21 Novembre 2024

Idrocarburi e territorio per gli operatori turistici “prospettiva senza futuro”

Abruzzo > Gli operatori turistici della costa abruzzese ribadiscono la loro ferma opposizione ad ogni tentativo di “conciliazione territoriale”da parte degli industriali che si sono riuniti a Pescara, alla presenza del Governatore D’Alfonso e degli amministratori locali.

La politica deve fare una scelta, spiegano gli operatori turistici abruzzesi rienendo  impossibile la convivenza tra una economia basata sullo sfruttamento degli idrocarburi e una economia basata sulla valorizzazione del territorio, del turismo sostenibile e dell’agricoltura di qualità.

Questa mattina si è tenuta una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di alcuni operatori abruzzesi del comparto turismo (Pasquale Cacciacarne presidente associazione B&B Parco Maiella/Costa dei Trabocchi- Riccardo Padovano presidente nazionale SIB balneari-Carlo Nicoletti Confcommercio Angelo Sissa stabilimento balneare Il Pirata Pescara- Massimo Bianco InTour-Tamara Cipriani Bellandare)

In occasione dell’incontro organizzato da Confindustria e Assomineraria: “L’Abruzzo e gli Idrocarburi: realtà e prospettive” gli operatori turistici, che insieme al coordinamento NO Ombrina hanno sfilato a Lanciano con i 60.000 cittadini contro la deriva petrolifera, chiedono al Governatore D’Alfonso di uscire dall’ambiguità e di fare una scelta chiara e definitiva su quale futuro deve avere l’Abruzzo Regione Verde d’Europa, a Confindustria di valutare seriamente i dati dell’economia abruzzese e di prendere atto che l’Abruzzo è una regione vocata al turismo non all’industria petrolifera.

IL RAPPORTO CRESA

Tutti gli studi economici, mettono in luce gli operatori, indicano il turismo, la tipicità alimentare e tutti i settori che mirano alla sostenibilità delle risorse come i veri comparti su cui puntare per il futuro.
Inoppugnabile a loro avviso è il contenuto dell’ultimo rapporto CRESA (Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali): “Sempre più il mercato premia la qualità ambientale e la cultura dell’accoglienza.
In anni difficili come quelli che stiamo attraversando non ci sono alternative alla sostenibilità coniugata allo sviluppo come miglior via che possa intraprendere un territorio fragile come l’Abruzzo… Per uscire dall’empasse sostanziale degli ultimi anni ed imprimere una svolta decisiva verso la crescita del settore, è necessario che il turismo acquisti centralità nelle politiche regionali di sviluppo, che esso venga raccordato con altri ambiti che lo influenzano ed alimentano (agricoltura, ambiente, trasporti, cultura) e che il suo sviluppo sia basato su modelli sostenibili fondati sull’esaltazione dell’identità del territorio…”.

I DATI BTO

Dai più recenti dati del BTO (Buy Tourism Online di Firenze) sono in aumento i viaggi verso i piccoli centri, gli itinerari alternativi e soprattutto ecosostenibili. Insieme alla globalizzazione si sta sviluppando come antidoto la ricerca di esperienze vere, locali e autentiche.
In sostanza  si prevede diventeranno grandi attrattori turistici proprio i territori, le città ed i paesi meno conosciuti con grandi qualità ambientali e paesaggistiche. Tutto ciò che il nostro territorio può offrire.

L’economia turistica Abruzzese con il comparto balneare, l’agricoltura, la pesca rappresentano già oggi l’ossatura portante del PIL regionale. A titolo di esempio, la Costa dei Trabocchi consta di 3000 aziende con 15.000 occupati. Ma ci sono ancora molti margini di sviluppo in tutti i comparti, prendiamo ad esempio il cicloturismo, le cui infrastrutture sono ancora lontane dagli standard europei .
«Prendiamo il progetto della ciclabile costiera (Bike to Coast – 131 km da Martinsicuro a San Salvo, in raccordo con la VE-LE Venezia-Lecce) che finalmente pare stia per essere messo in cantiere –segnalano gli operatorituristici d’Abruzzo– è lecito chiedersi: che senso ha finanziare un progetto come questo, che certamente incrementerà il flusso turistico (in Trentino il cicloturismo e il suo indotto oggi producono 100 milioni l’anno di fatturato) e nel contempo lasciare che in mare continuino ad essere istallate (anche sotto costa) piattaforme petrolifere?

L’esempio della Basilicata è lampante: nessuna crescita economica, l’emigrazione è ricomparsa massicciamente e l’economia turistica si è ridotta alla Città di Matera, a discapito di un territorio ad alto potenziale turistico ma ormai cosparso di pozzi e raffinerie petrolifere.

Sono inoltre proprio di questi giorni le notizie tragiche di esplosioni di piattaforme petrolifere con numerosi morti e disastrose conseguenze per l’ambiente ed i territori. Come pure non si può sottovalutare il problema dell’erosione costiera incrementata dal fenomeno della subsidenza, cioè il lento e progressivo sprofondamento del fondo di un bacino marino dovuto all’estrazione di fluidi dal sottosuolo. L’incidenza di questo fenomeno sull’erosione delle spiagge è stato accertato e denunciato dagli operatori balneari dell’Emilia Romagna (tanto che l’Arpa regionale ha avuto incarico di monitorare costantemente il fenomeno) ma è riscontrabile anche sulla nostra costa.

Il tempo è scaduto –concludono gli operatori turistici– Chiediamo a gran voce al Governatore e alla maggioranza in regione di passare ai fatti. La tutela delle nostre risorse ambientali deve essere messa al primo posto nella scaletta dei prossimi interventi: stop trivellazioni, misure finanziarie per il risanamento dei fiumi , tutela del suolo e delle spiagge ; come d’altra parte promesso in campagna elettorale».

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