“Alla luce di quanto comunicatoci, intendiamo proseguire con tutti gli strumenti a nostra disposizione la battaglia per dare a Pescara una struttura sportiva europea –ha affermato il sindaco Marco Alessandrini – Una struttura capace di rappresentare la vocazione sportiva della città e di promuovere l’immagine di Pescara in Italia e oltre, riportandola entro circuiti internazionali che non vogliamo perdere, perché producono ricadute rilevanti anche per l’economia del territorio, come hanno dimostrato i Giochi del Mediterraneo, Ironman e i Beach Games 2015 per citare alcuni recenti esempi. La posizione di perenne diniego alle innovazioni non è un atteggiamento positivo da parte di un’altra istituzione, specie quando rischia di avere effetti nefasti sull’economia della città e sui servizi che l’Amministrazione offre alla comunità.
L’esternalizzazione della gestione dello Stadio ha senso perché si traduce in un risparmio notevole per il Comune che, come abbiamo già tante volte ripetuto, ha avviato un cammino di riequilibrio finanziario per le precarie condizioni economiche ereditate. Se il progetto non potrà tradursi in realtà, i costi annuali di gestione continueranno ad essere a carico del Comune con ricadute per altri settori sensibili, che intendiamo tutelare in tutti i modi, anche con questa operazione, quali ad esempio il sociale e la cultura».
Oltre ai risparmi di spesa, il sindaco di Pescara sottolinea gli effetti positivi legati all’investimento degli oltre 40 milioni previsti dal progetto: «i 200 posti di lavoro (destinati a divenire 350 in occasione delle partite), la fruibilità della struttura per 365 giorni all’anno, i 1.000 posti auto che ne deriverebbero per la collettività, oltre alla riqualificazione di una ulteriore porzione di città, quella cioè destinata ad ospitare il nuovo stadio per l’atletica, che come abbiamo detto sin dall’inizio costituisce condizione essenziale per la realizzazione del progetto.–Ha spiegato Alessandrini– Se Udine pensa ad uno stadio di livello europeo e investe per ottenerlo, perché togliere aPescara l’occasione di concretizzare questa opportunità e di avere uno stadio fra i più all’avanguardiad’Italia entro il 2018?
Una domanda già girata al ministro per la Cultura Claudio Franceschini quando l’ipotesi progettuale ha cominciato a prendere forma, che reitereremo, al fine di portare avanti il progetto per non far perdere alla città altre risorse e altre occasioni di crescere come un centro davvero europeo».