Verranno infatti presentate due opere, una di narrativa e l’altra di ricerca storica, frutto dell’ingegno e del lavoro di due autori abruzzesi.
Arturo Bernava, teatino classe 1970, è uno scrittore ormai prolifico, premiato più volte in occasioni di diversi concorsi letterari e che vanta una lunga serie di pubblicazioni presso numerosi editori. Dopo il romanzo Il colore del caffè (Solfanelli, 2009) e la raccolta di racconti dal titolo ELEvateMENTI (Tabula fati, 2010), la sua opera più recente, Scarpette bianche, ha già ricevuto premi e ottime recensioni, e verrà di nuovo presentata al pubblico di Manoppello. Il romanzo, ambientato in un paesino abruzzese durante la seconda guerra mondiale, racconta una storia avvincente e piena di colpi di scena, ammantata in un’atmosfera per noi familiare e, al tempo stesso, ormai lontana nel tempo.
Daniele di Bartolomeo, classe 1981, è invece un collaboratore della cattedra di Metodologia della ricerca storica e di Archivistica e nuovi media presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo. A Manoppello presenterà il suo primo libro, pubblicato dalla casa editrice romana Viella, che è il frutto di un lavoro pluriennale, iniziato con la tesi di laurea e proseguito durante il dottorato di ricerca all’Università di Macerata. Nelle vesti di Clio: L’uso politico della storia nella Rivoluzione francese (1787-1799) racconta come l’evento più innovativo e dirompente della Storia moderna, ovvero la Rivoluzione francese, sia stato invece pensato, condotto e sviluppato seguendo l’esempio fornito dalle epoche precedenti, usando cioè la storia come guida e come punto di riferimento. Un angolo di visuale inedito dal cui affrontare un evento centrale nell’evoluzione della storia occidentale, approfondito da un giovane storico abruzzese.