Una partita emozionante con i neroverdi che ci hanno creduto fino alla fine contro una buona compagine, il Monticelli. neopromossa ma che in questo scorcio iniziale di stagione non ha affatto sfigurato.
Eppure sugli spalti dell’impianto teatino, soprattutto in Tribuna, c’è stato qualche mugugno nel corso del match, in modo particolare sono stati presi di mira il tecnico Donato Ronci e l’estremo difensore Alioune Jacques Diouf.
Critiche che non sono andate giù al patron Giorgio Pomponi che non le ha mandate a dire, affermando: “È inaccettabile ricevere le critiche all’allenatore e al portiere in questo modo. Io sono soltanto una persona che riesce a gestire bene le situazioni durante l’anno e non sono un grande, come dicono tanti tifosi. Dobbiamo essere compatti. Molte persone sono andate a fare delle critiche sui social network, ma dall’altra parte ci sono persone che lavorano 10/12 ore al giorno per il Chieti e se la squadra sta andando bene è merito loro. Un ringraziamento va soltanto agli 89 Mai Domi che non ci hanno lasciati mai soli. Le critiche costruttive siamo disposti ad ascoltarle, ma le critiche fatte in questo modo no. I numeri sono insindacabili, noi siamo gli unici che ci stanno mettendo del proprio senza chiedere niente a nessuno, se si deve criticare preferisco che venga criticato il sottoscritto, lasciando lavorare la società, il tecnico e la squadra. Appena siamo arrivati ci siamo confrontati tre volte con gli 89 Mai Domi e non è successo niente, quando succede qualcosa si parla. I giocatori sudano sangue ed è per questo che bisogna rispettarli e supportarli. Poi salire sul carro dei vincitori è un vezzo italiano, ma a noi non interessa niente, pensiamo solo a lavorareâ€.
“Essendo di questa città – ha aggiunto il vicepresidente del Chieti, Walter Costa – mi sembra strano che dopo 5-6 giornate si cerca di trovare il colpevole. Sono sempre le stesse persone quelle che criticano. Questa è una città che va rilanciata, gli 89 Mai Domi sono eccezionali, quest’anno è stato bellissimo rivederli in curva. Tutto dipende molto da noi. Una persona vulcanica come il presidente ci fa capire che 12 ore al giorno per questa maglia sono anche poche, sta cercando di ricostruire un’anima collettiva. La città deve capire che noi ci siamo, ma ci siamo sul serio. Le persone che ho intorno si stanno veramente impegnando. Sono circa 7 anni che ho a che fare con l’abbandono delle istituzioni, ancora oggi dobbiamo andare a bussare ai comuni limitrofi per allenarci. Questa è una squadra che vuole fare un qualcosa di buono, ma le istituzioni devono aiutarciâ€.