Alla conferenza hanno preso parte il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, il vice sindaco e assessore al Demanio Enzo Del Vecchio, per la Direzione Marittima c’era il vice comandante Antonio Catino e per l’Arta il direttore tecnico Giovanni Damiani con la direttrice del dipartimento pescarese Emanuela Scamosci.
“Abbiamo voluto condividere il risultato della prima campionatura straordinaria effettuata il 13 ottobre scorso, attorno a cui si è concentrata una legittima la curiosità – sottolinea il sindaco Marco Alessandrini – Non avevo visto i dati, ma qui non è importante che siano positivi o negativi, è importante l’avvio di un percorso innovativo, che nessuno aveva fatto in precedenza, perché ci consentirà di conoscere cosa accade sul fiume e sul mare. Un percorso che si sostanzia con un monitoraggio continuo, anche durante tutta la stagione non balneare, che proseguirà fino a tutto marzo, per cedere il passo ai controlli mirati alla balneazione dal primo aprile in poi. Noi abbiamo imparato a conoscere punti di prelievo sul litorale, oggetto anche della convenzione con Arta e Capitaneria: via Balilla, via Mazzini e Teatro d’Annunzio. A questi si aggiunge il fiume, i prelievi sono all’ingresso (100 metri prima dello scarico di Fosso Cavone) e alla foce (100 metri a valle del Ponte del Mare), quindi dopo gli scarichi della città di Pescara. I dati del fiume colpiranno e i dati del mare non saranno da meno, considerando che le stagioni incidono e che l’inverno e i fattori climatici non aiutano la qualità delle acque. In moto, però, oltre il controllo c’è l’azione per risanare il fiume e il mare, di cui il Comune di Pescara si è fatto carico e che, fra le altre cose, ci porterà allo sfondamento della diga foranea e a connettere al collettore gli scarichi che stiamo individuando sulle golene. Ma perché questa azione sia ancora più incisiva, deve essere condivisa con tutti gli enti che hanno autorità e capacià di azione sul fiume che è la base di ogni iniziativaâ€.
“I dati sul fiume. Come detto per il fiume, abbiamo preso un punto di riferimento a monte e a valle – illustra la dottoressa Emanuela Scamosci a capo del dipartimento Arta pescarese – Ci siamo spinti in prossimità alla foce in modo da non prendere il rientro dell’acqua del mare per evitare interferenze e all’ingresso del fiume in città, poco prima di Fosso Cavone. Abbiamo rilevato che l’escherichia coli è più alta a monte che a valle, valori non superiori a quelli riscontrati nel corso dei monitoraggi annuali che effettuamo trimestralmente. Dunque per l’escherichia coli: 15.000 MPN/100ml a monte e 8.500 MPN/100ml a valle, questo perché nel fiume c’è acqua che scorre e quindi i valori sono variabili.
I dati sul mare. Premetto che mentre per la balneazione ci sono orari e condizioni meteo da rispettare, in questo caso il campionamento è possibile in qualunque condizione.
I valori nei punti: su via Balilla escherichia è pari a 2.247 MPN/100ml, gli enterococchi 450 UFC/100m; via Mazzini abbiamo escherichia a 1.198 MPN/100ml ed enterococchi 210 UFC/100ml; Teatro d’Annunzio escherichia a 663 MPN/100ml ed enterococchi a 143 UFC/100ml.
Per quanto riguarda i cloruri, parametro chimico che misura la salinità dell’acqua di mare, quindi la presenza di acqua di fiume in mare, rispetto al valore medio nell’acqua di mare che va da 18.000/20.000 microgrammi per litro, quindi al valore più basso corrisponde una maggiore presenza: su via Balilla è pari a 14.400, su via Mazzini è di 14.500, e al Teatro d’Annunzio arriva a 17.500 mg/l. Da qui si evince la presenza di acqua di fiume in misura più elevata su via Balilla, a scendere sugli altri punti di prelievoâ€.
“Anche dalle immagini è evidente che il fango dal fiume si muove sulla linea di costa e interessa le zone di via Balilla e verso nord – così il direttore tecnico Arta Giovanni Damiani – I punti di prelievo ci invitano a capire cosa arriva da monte cel fiume e che succede poi a Pescara. Sull’acqua marina abbiamo fatto anche l’analisi dei cloruri, indicatori del livello di prevalenza di acqua fluviale o marina sui punti di prelievo, con tale analisi siamo in grado di dire se un punto è più o meno influenzato dall’acqua di fiume. Premetto che l’inquinamento non ha andamento costante e lineare, nelle rilevazioni ci troviamo di fronte un picco elevato che arriva da monte e che diminuisce lungo il fiume fino alla foce. La seconda considerazione è che il depuratore di Pescara e Fosso Cavone apportano una diminuzione del picco perché operano sulle acque. Il risultato non dà valori record, considerato anche che lo stato di salute dei fiumi italiani non è buono, ma che i fiumi sono straordinari laboratori biologici di depurazione e che quindi in minima parte assolvono anche malati a tale funzione. Tutta la normativa attuale è tesa a ripristinare il potere di depurazione dei fiumi, le analisi fatte ci dicono che è necessario controllare l’inquinamento microbiologico alla fonte, che può arrivare da depuratori, scarichi più o meno abusivi, o da altre presenze, come gli allevamenti, e poi agire. I controlli li facciamo, in caso di violazioni interviene la legge con le sanzioni che vengono comminate dalla Provincia, noi avvisiamo anche l’emissore perché la situazione cessi, ma il quadro è più complesso di quello che appare. Se prendiamo le mappe militari dei ’53, Pescara aveva oltre 50 km interni di fossi colatori, scarichi non abusivi, ma negletti. Per individuarli serve un’attrezzatura sofisticata e risorse in grado di agevolare un’azione repressiva che tutti ci auguriamo di fareâ€.
“C’è un’attività in corso da parte dell’Amministrazione mirata ad agire sulle cause dell’inquinamento – aggiunge il vice sindaco e assessore al Demanio Enzo Del Vecchio – sul futuro dello scalo portuale, sui fossi, a cui si aggiunge l’attività da parte della Capitaneria mirata proprio sugli scarichi, dall’esito di quelle situazioni si vedrà come agire al meglio. Dobbiamo trovare la causa che porta questo dato di inquinamento e operare per abbatterlo. Nel frattempo è già disponibile sul portale del Comune di Pescara una sezione che fornirà i dati dei prelievi che da qui ad aprile verranno fatti e delle azioni, per dare la massima visibilità e importanza al lavoro in corso e che ci aspettaâ€.
“Attualmente abbiamo avuto già dei riscontri all’azione di controllo iniziata mesi fa con il monitoraggio aereo fino al Tronto e al Molise e poi sui principali corsi d’acqua abruzzesi – dice Antonio Catino, vice comandante della Capitaneria di Porto di Pescara – Rilevando semplicemente le differenze di temperatura si arriva ad evidenziare gli scarichi. A margine di questo stiamo andando a controllare anche da Pescara verso l’interno. Abbiamo già rilevato situazioni irregolari e fatte diverse sanzioni amministrative e interessato la procura quando ci siamo trovati di fronte a margini penali. Una linea di azione voluta dal comandante Enrico Moretti e in continuità con il passato. Oltre agli scarichi stiamo verificando l’eventuale presenza di siti non autorizzati, di discariche. Questa attività la stiamo conducendo dal punto di vista istituzionale per monitorare tutti i punti sensibili, fondamentalmente a tutela del patrimonio costiero che ci compete e dell’infrastruttura portuale, per evitare i problemi in merito alla funzionalità del porto con tutte le conseguenze relative a fanghi e impossibilità operativa dello scalo pescareseâ€.