La Feroce critica all’ente arriva dal WWF e e Legambiente regionali, che mettono in discussione anche i rapporti di gestione interna dell’ARTA con i propri dipendenti.
«anomala e difficilmente comprensibile l’azione
disciplinare portata avanti dalla direzione dell’Azienda nei confronti di un proprio funzionario
accusato di violazione del codice etico per aver “rivelato†un dato più che evidente e che peraltro
dovrebbe essere pubblico per legge: il cattivo funzionamento di un depuratore.
Il fatto che il direttore generale dell’ARTA, la cui denominazione per esteso è Azienda Regionale
per la Tutela Ambientale, sia sempre stato un uomo di partito, scelto dai partiti, senza alcun
riguardo per le competenze specifiche nel settore, ha negli anni fortemente minato la fiducia nei
confronti di questa istituzione».
Gli ambientalistiricordano la legge istitutiva dell’Azienda, L.R. 29 luglio 1998 n. 64, prevede (art. 10, comma 3): “Il Direttore
generale è nominato dalla Giunta regionale previa pubblicazione del relativo avviso pubblico sul
Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo e sul sito web istituzionale della Regione.
preceduta da una valutazione comparativa tra i curricula dei candidati
adeguata motivazione sui criteri e sulle ragioni della scelta operataâ€.
Nella realtà dei fatti commentano «la scelta,
sino a oggi, è sempre stata operata con criteri e motivazioni politiche e non tecniche, e quindi con
una sostanziale presa in giro nei confronti di quei candidati ignari che hanno con speranza inviato il
proprio curriculum».
“L’Agenzia regionale – spiega Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo – sembra
essere trattata come un assessorato, da assegnare a uno dei partiti della coalizione o vicino che si è
imposta nelle elezioni, o almeno sino a oggi è apparso così.
Capita anzi che si legga sui giornali il
resoconto di probabili trattative tra i vari gruppi politici che si concludono con una designazione.
Anche la direzione dell’ARTA risulterebbe non esente da questa logica, anche se poi ci si ricorda,
finalmente, delle norme di legge, viene pubblicato l’avviso, si chiedono i curricola, ecc…â€
“Lasciando per ora da parte – aggiunge il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio –
l’offesa grave a danno dei tanti giovani abruzzesi con qualificati curricula che vengono
letteralmente presi in giro da simili procedure, noi diciamo che è ora di finirla con la partitocrazia e
di voltare definitivamente paginaâ€.
WWF e Legambiente chiedono alla Regione e per essa al Consiglio regionale e a tutti i gruppi
politici in esso rappresentati, al presidente della Giunta e all’intero governo abruzzese di azzerare
gli attuali vertici dell’ARTA e di indire un vero concorso a livello europeo, pubblico e trasparente,
per la scelta di dirigenti del tutto estranei alla politica locale, con adeguata preparazione tecnica e
curricula a tema, al fine di restituire all’Azienda il proprio ruolo di verifica e di controllo, da
espletare in assoluta indipendenza a esclusiva garanzia dei cittadini e della tutela dell’ambiente.
“Non sarà semplice – sottolinea Di Marco – ridare fiducia alla cittadinanza ma è un dovere farlo e
prima si comincia, prima si avranno risultatiâ€.
“L’obiettivo – conclude Di Tizio – dev’essere quello di restituire credibilità all’Azienda. Il fatto che
oggi gruppi di cittadini ritengano necessario autotassarsi, com’è successo ad esempio per l’incendio
di Colle Sant’Antonio, per commissionare analisi ad altri laboratori è una gravissima sconfitta
dell’ARTA e della politica regionale. È ora di prenderne atto e di porre finalmente rimedio a una
situazione divenuta insostenibileâ€.
ACERBO (PRC): WWF E LEGAMBIENTE SPIEGANO BENE LE RAGIONI PER CUI AMICONE DOVREBBE DIMETTERSI
«La presa di posizione di WWF e Legambiente sull’ARTA è in perfetta sintonia con quanto denuncio da anni ritenendo lesiva della credbilità dell’Agenzia Regionale che si proceda a nomine di direttori generali – come nel caso di Mario Amicone – privi di qualsiasi competenza specifica in campo ambientale e scientifico».
E’ il commento alla richiesta delle associazioni ambientaliste di Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista Abruzzo «Per fare politica ci si candida alle elezioni non ci si fa nominare all’ARTA.-continua Acerbo-
Ovviamente questa logica partitocratica c’era anche prima ma proprio la nomina di Amicone per “meriti politici” ne ha evidenziato la insostenibilità.
Che cambino le giunte regionali ma Amicone resti al suo posto dà l’idea che destra e sinistra son diventate le mani che ci mettiamo ai capelli».