venerdì , 22 Novembre 2024

Nella terra d’Abruzzi, or è molt’anni. La tela di Michetti festeggia 120 anni

Stupore e incanto suscitò il dipinto per l’ardire della composizione e per il segreto del contenuto. Molto si è scritto, pensato e supposto su una realtà che forse è impossibile conoscere nella sua completa verità.

Si preferisce scrivere “Iorio” con la lettera “I” anziché “J”, come a volte si legge, perché lo scrittore scelse tale soluzione per il nome attribuito a un personaggio legato alla dichiarata fonte ispiratrice. Sembra, infatti, che i due amici, Michetti e d’Annunzio, siano stati spettatori involontari di un episodio improvvisamente accaduto davanti al loro sguardo. L’evento che conteneva il sentore di un atavico Abruzzo, suggerì le immagini al pittore e le adeguate parole allo scrittore.

Per rendere al visitatore una lettura dell’opera pittorica, il più possibile veritiera e chiara, l’Archivio di Stato di Pescara, con la collaborazione della Fondazione Pescarabruzzo, offre alla Provincia di Pescara, nella sede del Palazzo del Governo, dove è esposto il quadro, un pieghevole che, molto brevemente, propone i passi più salienti di una narrazione: questa, oltre a essere interpretata sotto il profilo artistico, viene anche valutata per alcuni riferimenti ambientali e storici della regione.

La breve cerimonia, che si svolgerà domenica 11 ottobre c.a. alle ore 10,30 presso la sala dove è collocata l’opera michettiana, vuole essere anche un atto di omaggio a una “Figlia” d’Abruzzo che quest’anno compie 120 anni. Il quadro di Michetti, infatti, ricevette il primo premio alla Prima Biennale di Venezia, dove venne esposto nel 1895. La sua presenza a Pescara segue un altro filone narrativo che si articola e si unisce alla storia della nazione e della città. Tutto questo è scritto e messo a conoscenza del fruitore.

Il pieghevole, redatto in due lingue (italiano e inglese), dopo i saluti delle autorità, verrà presentato dal prof. Andrea Lombardinilo e dalla illustrazione del dipinto da parte dell’autrice dello scritto, Gabriella Albertini. Sono inoltre citati i collaboratori alla realizzazione del progetto: cura redazionale: Angela Maria Appignani, traduzione: Athena Traduzioni, Pescara; Progetto grafico: Francesco Miccoli; Riproduzione fotografica del dipinto: Piero Cipollone; Editing: Franca Cauti.

Per l’occasione la sala Figlia di Iorio resterà aperta al pubblico, fino alle ore 13,00.
Ingresso libero, brochure in omaggio.

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