Una protesta già avviata lunedì scorso, in piazza Diaz, dalle stesse mamme, che ha visto la presenza dei consiglieri Aliano, D’Alonzo e Musa, intenzionati a raccogliere le loro istanze. A entrare sull’argomento, anche l’ex consigliere Daniele Scorrano, esponente del PD locale, che tiene a specificare che il suo comunicato “non deve essere identificato con il marchio Partito Democratico a cui appartengo politicamente e che si schiera in favore delle mamme di Montesilvano, esso è il pensiero di un cittadino, lo studio di un professionista, è il grido di giustizia che chiede un padre di famiglia il quale seppur non interessato in prima linea non avendo figli che usufruiscono di tale servizio, ama la propria città e ha a cuore le sorti di questa collettivitàâ€.
Scorrano riprende infatti una sentenza del TAR (n.559 dell’11 aprile 2013), che mette in seria discussione il sistema adottato dalla gran parte dei comuni italiani, sistema che prevede la modulazione delle tariffe della mensa scolastica in base agli scaglioni risultanti dall’Indicatore di Situazione Economica Equivalente “ISEE†come è anche riportato nella Delibera di Giunta n.132 del 14/07/2015 del Comune di Montesilvano, sulla base di criteri di equità relativi ad un servizio pubblico.
“Tale sentenza – specifica l’ex consigliere – anzitutto afferma che non v’è dubbio che la refezione scolastica sia qualificabile come servizio pubblico. Essa infatti è assunta dall’Amministrazione intimata con la finalità di favorire ed agevolare la frequenza delle scuole dell’infanzia ed elementari presenti nel proprio territorio.
Ricorrono quindi, sia l’elemento soggettivo, ossia la riferibilità dell’attività di refezione scolastica ad un ente pubblico, sia l’elemento oggettivo e cioè la finalizzazione dell’attività medesima a scopi di generale interesse, consistenti nell’agevolazione della frequenza scolastica sul territorio.
Ciò tuttavia, non basta per dare legittimità ad un sistema di differenziazione nell’accesso ai servizi in base alle condizioni economiche risultanti dall’ISEE, laddove esso é legittimo – questo in sostanza il ragionamento dei giudici del TAR- intanto in quanto sia prevista per l’accesso a prestazioni o servizi sociali assistenzialiâ€.
Ai sensi dell’art. 128, comma 2, d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112, per “servizi sociali†devono intendersi le attività poste in essere da soggetti pubblici al fine di rimuovere e superare situazioni specifiche di bisogno o di difficoltà delle persone, con esclusione di quelle garantite dal sistema previdenziale e sanitario e di quelle assicurate dall’amministrazione della giustizia.
“La refezione scolastica – continua Scorrano – non rientra nell’ambito dei servizi sociali. Essa infatti non è finalizzata al superamento di specifiche situazioni di bisogno o di difficoltà delle persone, ma è rivolta alla generalità dei minori frequentanti le scuole dell’infanzia ed elementari nel territorio comunale. Il TAR conclude quindi rilevando che effettivamente risulta violato l’art. 1 del d.lgs. 109/1998, il quale limita l’utilizzo dei criteri unificati di valutazione della situazione economica ai richiedenti prestazioni o servizi sociali assistenzialiâ€.
Il TAR Toscana – tiene a specificare Scorrano – però non si è limitato a ciò, ovvero al mero annullamento dell’atto, ma suggerisce pure all’Amministrazione una possibile strada per salvaguardare le fasce di utenza più deboli del servizio in discussione ovvero quella di individuare modalità di tariffazione specifica a loro favore e derogatorie ai criteri generali, per la cui fruizione la stessa avrebbe legittimamente dovuto esigere la dimostrazione di una determinata situazione economica tramite l’ISEE.
Il ragionamento seguito dai giudici del TAR con l’innovativa sentenza non fa una piega, anzi, se prendiamo in considerazione il nostro sistema fiscale, ad alta evasione/elusione come è noto, il sistema di modulazione adottato anche dal Comune di Montesilvano, rischia di penalizzare sempre i soliti, ovvero i cittadini che dichiarano effettivamente tutto quanto guadagnano, a vantaggio dei soliti “furbi†che anche in questa occasione si vedono potenzialmente applicare tariffe più ridotte proprio a causa del loro illecito.
Ulteriore considerazione che sorge spontanea è sul principio di equità, ovvero: se un servizio pubblico ha un determinato costo, questo deve essere uguale per tutti a prescindere dalla situazione economica, salvo per particolari prestazioni di natura assistenziale in senso stretto.
Difatti, quanto avvenuto nel comune di Pistoia o Firenze dove si è pronunciato il TAR di Toscana, è un po’ come se si modulassero i biglietti dell’autobus in base ai valori ISEE, effettivamente non è corretto, il servizio ha un costo e quello deve essere uguale per tutti, abbienti o meno abbienti, salvo situazioni di particolare disagio per cui si devono prevedere forme di agevolazione/riduzione e/o esenzione come suggerito dai giudici toscaniâ€.
“Alla luce di tale sentenza sulla quale mi augura l’Amministrazione Comunale non voglia avventurarsi in pericolose interpretazioni e soprattutto dalla mobilizzazione odierna e quella futura, delle tante famiglie di Montesilvano che usufruiscono del servizio Mensa e del Trasporto Scolastico in detto Comune, mi auguro che il Sindaco Maragno tutta la Giunta e i Consiglieri di Centro Destra vogliano rivedere le loro posizioni onde evitare bracci di ferro inutili, che porterebbero a derive giudiziarie che sicuramente non gioverebbero a nessuno, men che meno a tutta la cittàâ€.