Che Di Mattia abbia commesso molti errori a noi non e’ mancato di dirlo. Ma che abbia provato con
coraggio e passione a cambiare alcune cose riteniamo sia altrettanto vero.
Nel suo intervento (crescita senza ricchezza, si alla Grande Pescara – “il Centro” di giovedi’ 2 luglio) di
ragioni ne ha: alcune Amministrazioni dell’area urbana sembrano aver definitivamente adattato il piede
alla scarpa; tirano a campare, registrano il grigio corso degli eventi, tentando di animare i social media con
virgulte, ma inconcludenti dispute interne.
Il Centrodestra montesilvanese in questo eccelle e sta facendo esattamente il contrario di quello che
chiunque avesse vinto le elezioni avrebbe dovuto fare: rialzare la china della reputazione della nostra
comunita’ locale sullo scenario urbano e regionale.
Noi che partecipammo all’esperienza di governo locale alla quale anche Di Mattia attribuisce di aver avuto
“visione”, non siamo certi che la soluzione della Grande Pescara che lui sostiene sia la panacea, ma
pensiamo sia indubbio che – in tema di governance e di grandi scelte urbane – i campanili dovrebbero
cominciare a cedere quote di sovranita’.
Sul piano dei contenuti e delle scelte concrete, tuttavia, il disegno d’assieme non parte da zero.
ï‚· l’Università che fu la prima a circuitare le potenzialità di area, sin dalla fine degli anni Sessanta, su
questo tema continua ad essere un attore avanzato
ï‚· l’Anas ed il Consorzio per lo sviluppo della Val Pescara offrirono la viabilità con lo schema per
“assi”, attraverso le connessioni Chieti-Pescara e Sud-Nord (quest’ultima ancora incompleta)
ï‚· FS, ripenso’ il ruolo delle primordiali stazioni cittadine (rinnovandole), consegno’ all’utenza le
fermate di Pescara-Tribunale, Pescara-S.Marco, Scerne di Pineto, Cheti-Università (in corso
d’opera) e predisponendo le altre di Marina di Città S.Angelo e S.Filomena (da finanziare)
ï‚· Il Ministero e l’allora CaMez, fecero si che un “campo d’aviazione” divenisse Aeroporto d’Abruzzo,
appunto tra le due aree cittadine più conurbate.
E cosi’ via, fino ai giorni piu’ recenti, con la fusione delle Camere di Commercio e dell’Unione Industriali.
Ma su molti altri fronti, i campanili hanno funzionato, inceppando processi che potenzialmente avrebbero
potuto essere virtuosi.
ï‚· alcune scelte del “boom economico” sono state gestite da cattedrali nel deserto, come il polo
alberghiero di Montesilvano, lasciato per anni accanto a un fiume, il Saline, che da ricchezza
potenziale è divenuto una vera questione ambientale e che sembra restera’ tale, sebbene
potrebbe essere affiancato da un nuovo porto turistico, quello di Citta’ S. Angelo
ï‚· sulla pianificazione urbanistica, nonostante il PTP, i Comuni dell’area metropolitana mai
seppero/vollero interloquire per via delle separate e spesso asincroniche campagne elettorali: e’
apparso piu’ scenico raccordarsi con le rotatorie
ï‚· il progetto complessivo di mobilità urbana non inquinante, è stato di fatto terreno di scontro tra
sedicenti ambientalisti e malcelati immobiliaristi, con la politica e le giunte a rimorchio degli uni o
degli altri
ï‚· l’arredo urbano rivierasco, e’ stato deliberato in maniera decisamente autistica
ï‚· il tema del nuovo casello autostradale in asse vestino, e’ divenuto oggetto di sostanziale
indifferenza o sola ambizione localistica
ï‚· il cantiere dei “tre ponti” sul Saline, si e’ fermato
ï‚· la politica dei proprietari di un immobile dall’evidente connotato metropolitano, qual e’ la Stella
Mattutina, ha fallito, anche nella gestione igienico-sanitaria (nel frattempo l’offerta di turismo va
adeguata alle nuove tendenze, i vini abruzzesi ottengono riconoscimenti in Europa e puntano
anche a mercati piu’ lontani, il Pecorino e l’olio d’oliva hanno potenzialita’ ancora non espresse, un
pezzo di regione lavora nelle sale dei ristoranti ed eccelle nelle cucine … chi puo’ interloquire con
l’Universita’ di Teramo, che ha gia’ la Facolta’ di Scienze del Turismo, per ipotizzare magari la
Facolta’ del Gusto, a servizio dell’economia reale dell’Abruzzo?)
ï‚· e mentre la Provincia arretra e scompare, i Comuni continuano a gestire “in house” rifiuti, mense,
manifestazioni, eventi, trasporti scolastici, sociale
ï‚· e infine, soprattutto, ogni Sindaco, o aspirante tale, consapevole che con la spesa corrente c’e’
poco da fare, immagina il suo teatro, perche’ “adesso bisogna ripartire”, “bisogna fare e non
pensare” … e cosi’, fra dieci anni, potremmo accorgerci che abbiamo arricchito il palmares degli
errori e talvolta delle sciocchezze.
Un’occasione tuttavia c’e’ di nuovo: quella delle grandi riforme e delle grandi scelte che Regione Abruzzo
ha messo in agenda:
ï‚· la società di trasporto pubblico (da tre a una)
ï‚· l’azienda sanitaria (da 4 a una)
ï‚· il progetto di nuovo ospedale metropolitano
ï‚· la velocizzazione (la cura del ferro) della ferrovia adriatica su Bologna e Bari (stazioni TAV)
ï‚· il potenziamento e modernizzazione delle linee verso Sulmona-L’Aquila e Avezzano-Roma
ï‚· il recupero a fini turistici delle aree interne con ferrovie dedicate sulla Maiella ed Alto Sangro
ï‚· l’efficientamento e la specificazione vocazionale dei porti abruzzesi
ï‚· e, soprattutto, il progetto di Macroregione Adriatico-Ionica e Transfrontaliera che avra’ bisogno di
progettualita’ ma anche di sostegno forte ai “corridoi” che ci connettono all’UE
Ecco perche’ la Politica e i Partiti, in particolare il Partito Democratico, hanno davanti una grande
responsabilita’ e una grande sfida, in Abruzzo, nell’area urbana e a Montesilvano.
Bisognera’ lavorare affinche’ i desueti apparati politico-gestionali e i novelli apparati mediatico-elettorali –
magari ringalluzziti dalle dinamiche che l’Italicum attivera’ in ciascun campanile – costringano la politica di
governo (e quella che ambisce al governo) a volare basso-basso, magari sgomitando, ma sotto l’asticella.
Renzo Gallerati
Antonio Di Berardino