Queste le richieste avanzate dal Presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo attraverso una risoluzione urgente rivolta all’attenzione del Presidente D’Alfonso.
“L’unica rivoluzione – afferma Mauro Febbo – alla quale fino ad adesso abbiamo assistito all’interno della macchina amministrativa, pensata e voluta da questo Governo di centrosinistra dopo un anno di soli annunci, è l’immobilismo, l’inefficienza e il regnante caos presente in tutte le direzioni della Regione Abruzzo. Adesso con questo ultimo avviso, volto a nominare i nuovi dirigenti di Servizio, si rischia di mandare in tilt i nuovi Dipartimenti poiché vi sono tutte le premesse per una marea di ricorsi da parte dei dipendenti regionali. Infatti nel bando si ravvisano diverse carenze procedurali, prima di tutto con le Delibere di Giunta regionale nn. ( 337, 338, 340, 341, 342, 343, 344 del 5 maggio e 403 del 27 magio 2015) si vanno a modificare profondamente gli assetti degli stessi Dipartimenti, facendo superare di fatto i programmi che gli attuali titolari di Dipartimento furono a sua tempo chiamati a realizzare. Tant’è che diversi Capi Dipartimento hanno già iniziato ad adottare atti relativi a competenze “aggiunteâ€, in quanto prima non previste nella missione della struttura e nel programma presentato. Pertanto – rimarca Febbo – logica vuole che il bando doveva essere fatto per nuova riattribuzione sia degli incarichi dirigenziali sia per i Capi Dipartimento. Inoltre si ravvisano anche carenze oggettive visto che l’avviso, basato sulla disciplina approvata con DGR 360/2015, non contiene nessun elemento di selezione sostanziale basata sui punteggi derivante da una valutazione dei curricula e questo farebbe pensare ad una selezione fiduciaria più che oggettiva, violando la legislazione approvata e vigente. Infine sarebbe interessante capire, visto le grandi capacità oratorie del Presidente, come mai le sigle sindacali non sono state coinvolte in un tavolo di confronto prima di pubblicare il bando, visto che la stessa Regione Abruzzo era obbligata ad una consultazione sindacale come disciplinatoâ€.
Pertanto – conclude Febbo – invito sia D’alfonso sia la Gerardis a revocare il bando e non andare avanti con le nuove nomine al fine di capire se il bando poteva essere espletato in questa maniera o doveva essere impostato in con modalità totalemtne diverse come affermano gli stessi sindacati al fine di evitare innumerevoli ricorsi o, peggio ancora, adottare nuovi atti e provvedimenti che poi risulterebbero illegittimi e con profili di annullabilitàâ€.