In una nota congiunta le associazioni ambientaliste FAI, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF, dichiarano di l’intenzione di offrire alle Regione Abruzzo il lavoro della commissione tecnico/scientifica che gratuitamente e da anni si batte insieme a loro nell’interesse dei cittadini e del territorio, “uno strumento forte da utilizzare nelle prossime tappe decisionali sul progetto di realizzazione della piattaforma petrolifera denominata “Ombrina Mare 2†presentato dalla Rockopper”.
Il progetto ha ottenuto il parere VIA favorevole dal Ministero dell’Ambiente pur essendo stato presentato secondo le associazioni “con una documentazione tecnica carente e con molteplici imprecisioni ed errori”.
“La Regione Abruzzo a questo punto, scrivono le associazioni – deve adoperarsi con tutti i mezzi a propria disposizione per rappresentare con forza la volontà popolare espressa ancora una volta con estrema chiarezza nella manifestazione dello scorso 23 maggio a Lanciano. Deve in particolare far valere le proprie scelte politiche di indirizzo sul tipo di sviluppo economico che intende perseguire e deve evitare di ripetere errori imperdonabili come quello di non aver inviato un proprio delegato per i lavori della Commissione VIA presso il Ministero dell’Ambiente.
Il gruppo scientifico del coordinamento delle associazioni ambientaliste, costituito da docenti universitari, scienziati e professionisti abruzzesi, ha già analizzato approfonditamente lo Studio d’Impatto Ambientale della Rockopper producendo dettagliate osservazioni al Ministero dell’Ambiente durante l’iter di VIA”.
“Per consentire alla Regione Abruzzo – continuano – di esprimere la propria forte contrarietà a questo ed altri progetti di petrolizzazione che interessano il mare Adriatico adducendo anche stringenti motivazioni di carattere tecnico/scientifico la commissione scientifica delle associazioni ambientaliste mette a disposizione dell’intera comunità la propria professionalità e si dichiara disponibile a rappresentare, a titolo gratuito, a nome della regione Abruzzo e di tutti i suoi cittadini le suddette istanze nelle sedi e nei tavoli opportuni contro quello che è un progetto certamente complesso, ma presentato in maniera a dir poco superficiale”.
“Con questa iniziativa FAI, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF – concludono – intendono ribadire ancora una volta la propria scelta in favore del Parco della Costa Teatina e di una economia diversa per l’Abruzzo che tenga conto dei tanti investimenti con denari pubblici fatti in questi anni in favore di comparti economici importanti, che sarebbero vanificati da una scellerata scelta in favore della petrolizzazione. Né va sottaciuto che il petrolio estratto porterebbe vantaggi solo alle compagnie, grazie a royalty tra le più basse al mondo, e che, secondo dati del Ministero dello sviluppo economico, l’intera riserva di idrocarburi dell’Adriatico, destinata comunque al mercato mondiale, potrebbe coprire i fabbisogni nazionali per poche settimane a fronte delle quali dovremmo sopportare danni certi (ambientali, paesaggistici ed economici) per decine e decine di anni.
In Italia, nonostante l’assenza di programmazione e regole certe, l’utilizzo di fonti rinnovabili continua a crescere, cambiando in modo irreversibile il quadro energetico del paese. Un futuro fuori dal petrolio non è più solo una possibilità, ma una realtà concreta e la politica nazionale e regionale ha il dovere di saper leggere una volta per tutte questa realtà.
Progetti come Ombrina sono soltanto retaggi di un modello di sviluppo anacronistico e ormai insostenibile. Segnano un passo indietro nella lotta ai cambiamenti climatici e rappresentano un rischio per il territorio, come sarà ampiamente dimostrato dai contributi scientifici in corso di preparazione che saranno presto presentati ai cittadini e agli amministratori. Mettono inoltre a rischio tutta l’economia sana della zona che, nel legame con la valorizzazione del territorio e delle sue caratteristiche paesaggistiche e ambientali, ha uno dei suoi principali punti di forza e riconoscibilità”.