L’intervento è stato approvato dalla Giunta regionale con deliberazione del 25 luglio 2014, subito dopo l’insediamento dell’attuale Governo regionale. Infratel, la società in house del Ministero dello Sviluppo economico, che coordina il Piano nazionale Banda ultra larga, ha pubblicato il bando europeo nell’agosto del 2014, individuando i contraenti Eds Infrastrutture e l’ati Mazzoni-Icot, con il criterio delle offerte economicamente vantaggiose, apprezzando gli aspetti di innovazione nei processi e nei prodotti e sui servizi all’utenza.
L’intervento, a valere sui fondi del Piano di sviluppo rurale e del Piando di sviluppo regionale 2007-2013, interesserà una popolazione di 266.198.000 abitanti, 160.670.000 alloggi, 112.862.000 edifici e collegherà, con una implementazione dai 30 ai 100 megabyte, anche gli edifici pubblici e le scuole, con una tecnologia aperta che consentirà agli operatori di fornire i propri servizi senza alcun vincolo.
Allo scopo di accelerare l’iter autorizzativo, come ha spiegato l’amministratore delegato di Infratel, Salvatore Lombardo, si procederà in Abruzzo a sperimentare un metodo nuovo che trovi nella conferenza di servizio il momento collaborativo ed unico per eccellenza per “arrivare già dal mese di luglio a posare la fibra ottica nelle aree individuate”. “Entro il 2020 – ha aggiunto Lombardo – l’Abruzzo avrà completato l’infrastrutturazione dell’intera regione. Purtroppo l’Italia è ancora tra gli ultimi paesi ad implementare la banda larga, con una media del 24 per cento a fronte del 67 per cento in Europa”.
L’assessore allo Sviluppo economico, Dino Pepe, ha evidenziato “l’indubbio valore dell’intervento per i comuni cosiddetti a rischio fallimento di mercato, perché non appetibili da investitori privati. In questo modo garantiamo sostegno alle aree interne, potenziando le loro prospettive di mercato, soprattutto internazionale delle attività in esse ricadenti”.
Il presidente D’Alfonso nel concludere ha precisato che l’operazione nelle colline alte e nelle aree periferiche della regione è un intervento prioritario, ma comunque corollario ad attività parallele di implementazione di banda larga che avverrà autonomamente nelle città capoluogo, grazie alla manifestazione di interesse degli operatori nazionali, e con specifici piani di intervento nelle maggiori aree industriali, come per esempio nella Val di Sangro, per la quale il piano di intervento è stato consegnato al ministro Delrio.
“Contiamo – ha aggiunto D’Alfonso – di ottenere ulteriori 50 milioni di euro per gli interventi destinati alla infrastrutturazione digitale, non solo dal piano Junker ma anche dalla dialogo competitivo avviato con il Mise”.