A detta di Tomei, «occorre cambiare passo, soprattutto sul
fronte del coordinamento dei 19 centri costieri, perché non è possibile lasciar soli i
Comuni nella ricerca affannosa, ogni anno, di riconoscimenti, come le Bandiere Blu, in
grado di esercitare una grandissima attrazione turistica».
«Insomma – prosegue –
occorre un coordinamento che superi possibili tentazioni campanilistiche e permetta
alle amministrazioni locali ed agli operatori del settore, che intendono collaborare alla
conquista di questo importante strumento, di avere certezza su tempi e procedure».
In particolare, l’attenzione di Tomei si sofferma sulla questione della depurazione delle
acque reflue: condizione che finisce per condizionare pesantemente le valutazioni sulla
qualità delle spiagge abruzzesi: «Occorre una cabina di regia, ed un monitoraggio
costante sul funzionamento degli impianti di depurazione, per intervenire con grande
tempestività in caso di malfunzionamento.
Perché non possibile immaginare che si
debbano patire conseguenze sulla stagione turistica in ragione di ciò».
Cna Turismo, infine, punta il dito sulla gestione dei fiumi: «Ci sono realtà, come quella
pescarese, dove le Bandiere Blu non ci sono da oltre un decennio, in cui alcuni
strumenti come il “contratto del Salineâ€, che interessa più centri anche non costieri e il
destino del corso d’acqua, che sono destinati a incidere profondamente sul
risanamento delle acque, ma che stentano a muovere i primi passi».