Questa settimana i primi di loro di loro hanno iniziato a lavorare nelle seguenti zone di
Montesilvano:
· 2 presso il Cimitero;
· 4 presso il Comune e Palazzo Baldoni;
· 2 presso Via Chiarini e Corso Umberto;
· 2 presso Via Sospiri e le piazze del centro cittadino.
Con questo progetto, informa Manuel Anelli del Movimento 5 Stelle, se pur con pochi soldi (l’Amministrazione Comunale ha impegnato un
capitolo di spesa di € 20.000,00) è stata ridata una piccola speranza a chi l’aveva persa.
«Indipendentemente dalla loro età queste persone hanno avuto un’opportunità di riemergere da una
situazione difficile che presto le avrebbe portate ad uno stato di emarginazione sociale.
Questo progetto -aggiunge Anelli- mira a migliorare la vivibilità urbana e la coesione sociale.
La crisi economica ha determinato, tra le altre cose, un pericoloso aggravamento del
degrado locale/urbano. Per tale si deve intendere quello che sta incidendo sull’assetto/aspetto
fisico e sulla funzionalità delle comunità locali, con particolare riguardo agli spazi di uso collettivo
particolarmente rilevanti per la vita urbana».
In tal senso commenta il Movimento 5 Stelle cittadino, gli spazi e i servizi urbani funzionali al benessere della comunità locale e alla qualità
della vita urbana devono essere considerati “beni comuni urbani” alla cui produzione e cura tutti
devono poter concorrere in alleanza fra loro istituzioni e società civile.
«La tutela e la salvaguardia degli spazi pubblici e servizi locali, intesi come beni comuni urbani,
presentano risvolti ben radicati con le politiche di inclusione sociale. Le disuguaglianze
redistributive, i conflitti sociali, le situazioni di disagio personale trovano nella città il
palcoscenico per la loro più drammatica rappresentazione. -Aggiunge Anelli- Allora, il tema dell’inclusione
sociale non può non essere affrontato nella realtà contemporanea senza avere di mira quello che
gli urbanisti definiscono il welfare o benessere urbano.
In generale, una condizione di non benessere e dunque di “disagio” si determina ogniqualvolta sia
negata alla persona la libertà di svilupparsi pienamente, cioè di affermare la propria dignità di
individuo unico e irripetibile e di valorizzare i propri talenti (art. 3, comma 2, Cost.).
Appare chiaro che a subire in maniera più immediata gli effetti del dissipamento e del degrado dei
beni comuni sono proprio le fasce popolari più svantaggiate. Perché i beni comuni e i legami di
cooperazione sociale che attorno ad essi si cementano, rappresentano per i più deboli e i più
poveri un’imprescindibile base di sostentamento e una loro eventuale distruzione o degrado può
segnare il passaggio da una situazione di povertà a condizioni di non sopravvivenza.
In un momento storico in cui i trasferimenti statali stanno diminuendo di anno in anno, gli enti locali
devono trovano nei cittadini, non più soggetti portatori di problemi e lamentele, ma alleati disposti a
collaborare per la soluzione di problemi di interesse generale per la comunità locale: oggi si fa un
gran parlare di cittadinanza attiva e di sussidiarietà orizzontale anche sulla scorta dell’art.118
della Carta Costituzionale il quale dispone che: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e
Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di
attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
In questa ottica deve essere inquadrato il progetto MI IMPEGNO PER MONTESILVANO che è e
dovrà essere sempre di più un patto sociale tra concittadini di Montesilvano.
In fase di progettazione abbiamo pensato che i primi beneficiari in questa fase di start-up
dovevano essere necessariamente le persone alle quali i morsi della crisi ha lasciato più cicatrici:
abbiamo privilegiato le persone, nostri concittadini, che senza lavoro stanno lentamente
perdendo la speranza e la forza di lottare».
In questa prima fase, attraverso un bando pubblico al quale a tutti purchè con certificato
dei carichi pendenti e casellario giudiziale immacolati è stata concessa la possibilità di
partecipare in maniera apolitica, il M5S ha pensato di avvantaggiare i tanti giovani che
sempre di più vedono precluso l’accesso al lavoro (la disoccupazione giovanile ogni mese tocca
record imbarazzanti) e le persone più mature che i cicli lavorativi hanno espulso.
«E’ un primo tentativo di rodaggio, -conclude Anelli- per meglio tarare le successive iniziative.
Il progetto MI IMPEGNO PER MONTESILVANO è da considerare una proposta più performante e
vicina ai bisogni contingenti delle fasce più poplari rispetto a quella degli LSU (Lavoratori
Socialmente Utili) i quali già percepiscono mobilità e sono “selezionatiâ€Â».