La frase di Henry Ford rispecchia pienamente la Renato Curi Angolana del campionato di eccellenza abruzzese 2014/2015. Ma una vera squadra deve avere la giusta persona con la grinta e il carattere adatto per trascinare i suoi compagni. Daniele Di Camillo, il capitano nerazzurro, rispecchia in pieno le caratteristiche del vero leader di squadra. Secondo anno consecutivo con la maglia dell’ Angolana, ha siglato 4 gol, collezionando 57 presenze nei due anni a Città Sant’ Angelo. Oltre che un grande talento da calciatore, dimostra di essere motivatore in campo. Con lui ci siamo fatti una chiacchierata analizzando l’ ultima stagione, la rosa molto giovane e il suo futuro.
Di Camillo facciamo un bilancio del campionato appena terminato?
Sì, abbiamo conquistato la quinta posizione in classifica ma non siamo riusciti a rientrare nei play off. Abbiamo perso lo scontro diretto in casa contro il San Salvo ma avrei messo la firma, ad inizio anno, per giocarci l’ ultima opportunità dei play off alla penultima giornata. Siamo partiti con un cambio di società, quindi una squadra composta da tantissimi giovani con un paio di giocatori di esperienza. L’ obiettivo era quello della salvezza raggiungendo i 40 punti ma siamo riusciti a fare molto di più. C’è il rammarico per non aver superato di un solo turno la coppa Italia che ci avrebbe consentito l’ accesso diretto in serie D, però va bene così.
É mancato qualcosa a questa squadra per fare un passo in più in chiave promozione?
Il girone di andata è stato caratterizzato da alti e bassi. Fino alla fine di novembre non avevamo ancora una vera identità di squadra. Il mister non riusciva a trovare l’ undici base e un modulo su cui fare affidamento. Invece da Dicembre in poi siamo riusciti a trovare il giusto equilibrio tra tutte le componenti e siamo stati bravi a conquistare tutte le opportunità che si sono presentate. Forse l’ unica cosa che ci è mancata nel corso dell’ anno è la presenza di qualche giocatore di esperienza per poter gestire gli impegni tra coppa Italia e campionato.
Tanti giovani in rosa nell’ Angolana, ci sono delle difficoltà nel gestire delle situazioni con tanti ragazzi?
Io credo che un giocatore si veda già tra i 17 e i 18 anni. L’ Angolana ha la fortuna di avere un ottimo settore giovanile che prepara questi ragazzi in modo da arrivare in prima squadra quasi pronti perché hanno alle spalle allenatori bravi e competenti. Ovviamente passare dal giocare con i compagni di pari età ai più grandi non è semplice. Ricordo che anche io ho avuto delle difficoltà. Sono ritmi e giocate totalmente diverse quindi ci vuole tempo per ambientarsi. Noi giocatori con più esperienza dobbiamo dare consigli e aiutarli ma quest’ anno siamo stati fortunati perché abbiamo giocato spesso con 5/6 under e non abbiamo notato la differenza con le altre compagini e per questo dobbiamo ringraziare questi ragazzi.
Il ricordo più bello di questo campionato?
Sicuramente la vittoria della coppa Italia contro il San Salvo. Purtroppo non ero in campo perché avevo la febbre e quindi mi è proprio dispiaciuto non esserci però è stata una finale voluta e cercata. Abbiamo giocato tutte le fasi della coppa con la stessa concentrazione e dando la stessa importanza del campionato. Quindi è stata cercata e conquistata. Mi piace sottolineare che per me è la quarta coppa conquistata in carriera ed è sempre emozionante vincerla.
Allena i bambini del 2007/2008/2009 quindi sarà con i colori nerazzurri fino alla fine di giugno, poi l’ anno prossimo dove troveremo Daniele Di Camillo?
Per fortuna non mi metti in difficoltà (ride n.d.c.). Ho già parlato con la presidentessa Corvacchiola e con Masciangelo, ho spiegato che volevo restare con questi colori e abbiamo trovato subito l’ accordo, anche se di soldi non abbiamo parlato, perchè sapevo che anche loro volevano tenermi e per me era fondamentale stare qui ed è bastata una stretta di mano per andare avanti.
Quindi anche l’ anno prossimo Daniele Di Camillo sarà il capitano della Renato Curi Angolana?
Spero di sì. Spero che mi facciano ancora capitano e che non mi cambino.