giovedì , 21 Novembre 2024

Cna: artigianato, inizio dell’anno con il segno negativo

631 unità in meno, frutto – a detta del curatore dell’indagine – «del

rallentamento delle iscrizioni, 114 in meno rispetto al primo trimestre 2014, che sembra diventato

inarrestabile».

Punta di diamante di una crisi che sembra lontana dallo scrivere la parola “fine”, il settore dell’edilizia:

perché se è vero che un po’ tutti i settori hanno subito flessioni, è proprio il mondo delle costruzioni quello

che paga il tributo più pesante, con una flessione di 336 unità,

seguita dal manifatturiero (con -135), i servizi per la persona (-35), le riparazioni di auto e apparecchi per

la casa (- 34), il trasporto (-36), le attività ricettive (-10) e gli altri servizi (-53).

Tra le province – tutte

hanno registrato decrementi a tre cifre – con record negativo per Chieti (-170 unità tra iscrizioni e

cancellazioni), seguita da Teramo (-158), L’Aquila (-156) e Pescara (-147). Anche in questo caso, a tener

banco è soprattutto la flessione del comparto delle costruzioni, con picchi sempre a Chieti (-95) e

all’Aquila (-91), leggermente più contenuti a Teramo (-80) e a Pescara (-70). Nell’area manifatturiera,

record negativo a Teramo (-40), con Pescara a -34, Chieti a -31 e L’Aquila a-30.

«I dati negativi emersi dall’analisi della dinamica delle imprese confermano che l’economia regionale si

trova in piena recessione e va peggio di quella italiana» illustra Ronci(nella foto), che aggiunge: «La pesante flessione

subita dalle imprese artigiane, è dovuta soprattutto al settore delle costruzioni che, da solo, segna più

della metà (53%) del decremento totale».

«Sentiamo il peso di doverci ripetere – spiega il direttore

regionale della Cna, Graziano Di Costanzo – ma sotto gli occhi, da anni, continuiamo a registrare le cifre di

una crisi senza fine della micro impresa, che non manifesta segni di ripresa». «Il dato più macroscopico –

prosegue – resta la crisi dell’edilizia, nonostante la presenza del grande cantiere aquilano per la

ricostruzione; un cantiere, tuttavia, da cui soprattutto le piccole imprese sono tagliate fuori.
Poi, occorre

mettere mano a un vasto piano di risanamento e riqualificazione di un territorio segnato

drammaticamente da frane e da un dissesto idro-geologico gravissimo che produce danni inaccettabili.
E,

insieme a questo, occorre avviare un programma di manutenzione straordinaria, e riqualificazione, anche

in chiave di risparmio energetico, dei tanti edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, oltre che degli edifici

privati».

Capitolo tasse, infine: «Impossibile pensare di avviare una attività di impresa – conclude Di

Costanzo – alla luce di una tassazione che in Abruzzo, come ampiamente documentato dalla Cna nazionale,

supera il 60% del reddito prodotto, e che negli ultimi quattro anni una impennata fortissima nella

tassazione locale. Occorrono poi misure di incentivo, soprattutto per i giovani, con l’obiettivo di spingere

le nuove generazioni ad avviare una attività di impresa, potendo contare su sgravi e incentivi nei primi

anni di attività, sul modello di quanto previsto dal “Jobs act” del Governo.

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