631 unità in meno, frutto – a detta del curatore dell’indagine – «del
rallentamento delle iscrizioni, 114 in meno rispetto al primo trimestre 2014, che sembra diventato
inarrestabile».
Punta di diamante di una crisi che sembra lontana dallo scrivere la parola “fineâ€, il settore dell’edilizia:
perché se è vero che un po’ tutti i settori hanno subito flessioni, è proprio il mondo delle costruzioni quello
che paga il tributo più pesante, con una flessione di 336 unità,
seguita dal manifatturiero (con -135), i servizi per la persona (-35), le riparazioni di auto e apparecchi per
la casa (- 34), il trasporto (-36), le attività ricettive (-10) e gli altri servizi (-53).
Tra le province – tutte
hanno registrato decrementi a tre cifre – con record negativo per Chieti (-170 unità tra iscrizioni e
cancellazioni), seguita da Teramo (-158), L’Aquila (-156) e Pescara (-147). Anche in questo caso, a tener
banco è soprattutto la flessione del comparto delle costruzioni, con picchi sempre a Chieti (-95) e
all’Aquila (-91), leggermente più contenuti a Teramo (-80) e a Pescara (-70). Nell’area manifatturiera,
record negativo a Teramo (-40), con Pescara a -34, Chieti a -31 e L’Aquila a-30.
«I dati negativi emersi dall’analisi della dinamica delle imprese confermano che l’economia regionale si
trova in piena recessione e va peggio di quella italiana» illustra Ronci(nella foto), che aggiunge: «La pesante flessione
subita dalle imprese artigiane, è dovuta soprattutto al settore delle costruzioni che, da solo, segna più
della metà (53%) del decremento totale».
«Sentiamo il peso di doverci ripetere – spiega il direttore
regionale della Cna, Graziano Di Costanzo – ma sotto gli occhi, da anni, continuiamo a registrare le cifre di
una crisi senza fine della micro impresa, che non manifesta segni di ripresa». «Il dato più macroscopico –
prosegue – resta la crisi dell’edilizia, nonostante la presenza del grande cantiere aquilano per la
ricostruzione; un cantiere, tuttavia, da cui soprattutto le piccole imprese sono tagliate fuori.
Poi, occorre
mettere mano a un vasto piano di risanamento e riqualificazione di un territorio segnato
drammaticamente da frane e da un dissesto idro-geologico gravissimo che produce danni inaccettabili.
E,
insieme a questo, occorre avviare un programma di manutenzione straordinaria, e riqualificazione, anche
in chiave di risparmio energetico, dei tanti edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, oltre che degli edifici
privati».
Capitolo tasse, infine: «Impossibile pensare di avviare una attività di impresa – conclude Di
Costanzo – alla luce di una tassazione che in Abruzzo, come ampiamente documentato dalla Cna nazionale,
supera il 60% del reddito prodotto, e che negli ultimi quattro anni una impennata fortissima nella
tassazione locale. Occorrono poi misure di incentivo, soprattutto per i giovani, con l’obiettivo di spingere
le nuove generazioni ad avviare una attività di impresa, potendo contare su sgravi e incentivi nei primi
anni di attività, sul modello di quanto previsto dal “Jobs act†del Governo.