“Il Piccolo Teatro Guascone – ha sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Giovanni Di Iacovo – è stato negli anni una delle realtà principali della città. Prima lo frequentavo di più perché avevo più tempo libero. Negli anni hanno dato vita a delle iniziative molto interessanti. Gli sforzi, i sacrifici e l’impegno del Piccolo Teatro Guascone hanno sempre avuto un grande riscontro anche se spesso gli spazi non sono quelli che merita. Siamo felici quindi di rivedere una nuova produzione del Piccolo Teatro Guascone. Pescara ha etnie differenti che convivono in modo buono, pacifico e collaborativo, almeno nella maggior parte dei casi. Conosciamo Orazio Di Vito per tutti gli spettacoli che ha fatto, quindi questa è una garanziaâ€.
“Tu sei mio fratello†è un racconto, in scena c’è un solo attore che diventa corpo degli eventi e mezzo attraverso il quale la Storia si racconta. La vicenda è ambientata alla fine del secolo scorso, ma, in realtà, muove i primi passi nel 1492, anno in cui gli ebrei sefarditi furono costretti ad abbandonare la penisola iberica cercando riparo tra l’Italia, i Balcani ed il Maghreb. In queste ultime due regioni il loro arrivo venne favorito e incoraggiato dai sultani dell’impero ottomano che vedevano come una ricchezza l’arrivo dei sefarditi. Il testo è un viaggio attraverso due culture che hanno molto in comune, a partire dai padri fondatori della propria religione. Un viaggio che scorre su un doppio piano spaziale dove due vicende si intrecciano negli stessi istanti a distanza di centinaia di chilometri. Tutto comincia una mattina quando un giovane ufficiale medico americano di origini ebraiche, che vive in Israele da qualche anno, esce di casa con una sacca viola a tracolla. Negli stessi istanti all’aeroporto di Budapest un aereo sta per decollare: direzione Tel Aviv. Storie che si intrecciano casualmente o forse no. Uomini e donne che raccontano storie importanti e lo fanno unicamente attraverso la propria esistenza, le proprie scelte. Uomini e donne che restituiscono una speranza o la fanno crollare del tutto, o forse, più semplicemente, raccontano in maniera esemplare qual è la strada da seguire per quello che è il futuro che vogliamo immaginare per i nostri figli.
L’idea della messinscena nasce da uno studio portato avanti sulla percezione de “l’altro†e sul diffuso sentimento di “alterità” che ha pervaso la zona dei Balcani negli anni ottanta e novanta del XX secolo, mentre l’Europa era intenta a seguire la caduta del muro di Berlino, città simbolo di uno Stato che aveva, solo cinquanta anni prima, dichiarato guerra al mondo e l’aveva fatto in nome di una persecuzione feroce e sanguinaria verso “l’altroâ€. I Balcani si avviavano verso un conflitto fratricida che aveva come unico scopo la soppressione de “l’altroâ€. La storia a volte lancia dei messaggi piuttosto chiari.
Lo spettacolo fa parte di un progetto di studio denominato “Del Sangue e del Miele†che la Compagnia dei Guasconi sta portando avanti da qualche mese e che al suo interno conterrà oltre ad incontri e tavole rotonde anche altri spettacoli sul tema dei paesi della penisola balcanica.
“Questo progetto non è a se stante ma è ad ampio respiro – ha spiegato Raffaella Cardelli, coautrice e parte della Compagnia – si realizzerà nel prossimo luglio e si basa sullo studio della cultura balcanica. Se questo progetto si chiama ‘Balcan’ non è un caso, questa parola deriva da due vocaboli turchi: ‘miele’ e ‘sangue’. Più che sul sangue vogliamo incentrarci sull’aspetto del miele, quindi sull’aspetto dolce. Il multiculturalismo non è un’utopia ma è un qualcosa ci concreto che è già stato possibile. Noi crediamo che ‘Tu sei mio fratello’ sia il prologo perfetto che anticipa questo progetto. Mentre c’è qualcuno che dice che l’altro può essere eliminato, c’è una persona che dice esattamente il contrarioâ€.