«La crisi economica generalizzata e quella dell’editoria in particolare stanno mettendo a dura prova il settore delle edicole – spiega Falcone -. Come sta già accadendo in regioni come la Lombardia e il Lazio, riteniamo un buon metodo per riattivare i canali commerciali delle edicole ampliare i loro servizi.
Il settore food che, come tutti sappiamo, è uno dei pochi comparti che regge la crisi meglio di altri, è esattamente la strada giusta da percorrere, purché l’attività prevalente delle edicole rimanga quella della vendita di quotidiani e periodici».
In pratica le edicole della città potrebbero iniziare a vendere prodotti alimentari non deperibili, confezionati secchi e bevande che non necessitano di particolari regole di conservazione. Per farlo basta una semplice iscrizione al Rec, (registro esercenti commercio).
«La vera sfida – dice ancora Falcone – è quella di accompagnare i gestori delle edicole in questo momento di duro cambiamento, tutelandoli e offrendo loro occasioni di sviluppo. Al tempo stesso è necessario valorizzare la funzione pubblica e il ruolo tradizionale che queste attività commerciali rivestono. Gli operatori interessati potranno avere informazioni più precise rivolgendosi all’Ufficio Commercio comunale».