Il sindaco del capoluogo vestino contrariato dall’essere stato chiamato in causa mentre in città era costretto ad affrontare le emergenze dovute al maltempo risponde a Sospiri, chiedendogli il resoconto di quanto fatto in favore del nosocomio quando l’attuale consigliere era in maggioranza nel governo regionale.
«Martedì 10 marzo, mentre il Comune da me guidato viveva una situazione di assoluta emergenza
per la mancanza di energia elettrica e di fornitura idrica in varie contrade e io stesso ero
impegnato in un importante vertice in Prefettura da me fortemente sollecitato, il consigliere
regionale Lorenzo Sospiri mi chiamava in causa lamentando la mia assenza in Consiglio Regionale
durante la discussione sulla chiusura dei punti nascita di Penne, Sulmona, Atri e Ortona.
Al
consigliere Sospiri, che compare nell’area vestina solo nel periodo elettorale e che non ha mai
fatto nulla per il nosocomio pennese, voglio ribattere che il suo è un indegno e vergognoso atto di
sciacallaggio politico, che offende non solo me ma l’intera cittadinanza pennese in un momento di
grave difficoltà dovuta al maltempo dei giorni scarsi e ai gravi danni provocati agli impianti
elettrici, alle condotte idriche e alla rete viaria.
Anziché alimentare polemiche sciocche e del tutto
fuori luogo, il consigliere Sospiri spieghi ai miei concittadini quali atti ha prodotto a favore
dell’ospedale di Penne quando era al governo della Regione Abruzzo.
Spieghi quali iniziative ha
assunto per opporsi alla chiusura di interi reparti e al progressivo depotenziamento del personale
medico e infermieristico negli anni della giunta Chiodi.
Spieghi come mai, nel periodo in cui era
consigliere di maggioranza, l’iter di ristrutturazione dell’ospedale S. Massimo è rimasto del tutto
bloccato, al punto che solo in questi giorni, a un anno e mezzo di distanza dall’avvio dell’iter
progettuale, l’ufficio Urbanistica del Comune di Penne ha potuto rilasciare il permesso a costruire.
L’amministrazione comunale da me guidata si è opposta sin dall’inizio alla chiusura del punto
nascita del S. Massimo: lo ha fatto promuovendo una petizione sottoscritta da ben sedici sindaci
dell’area vestina e di vari Comuni della provincia di Teramo; lo ha fatto protestando nelle sedi
ufficiali e partecipando attivamente ad ogni iniziativa contro un provvedimento che giudica
nefasto non solo per Penne ma anche per l’intera area vestina; continuerà a farlo (come sta
facendo) studiando un ricorso al TAR contro l’atto di chiusura del punto nascita pennese.
Perciò,
non è disposta ad accettare lezioni da chi non ha mai fatto nulla per Penne né per l’area vestina, e
che ha anzi contribuito fortemente, quando era al governo regionale, alla loro progressiva e
colpevole marginalizzazione».
Il Sindaco della Città di Penne
Rocco D’Alfonso