«Da tempo si vocifera con troppa insistenza nelle stanze Comunali e in città una frase che forse non
tutti conosciamo nei minimi particolari e soprattutto delle conseguenze e ricadute sulla popolazione
di Montesilvano, mi riferisco a quanto riportato dal nostro Legislatore con l’art. 25 del D.L. n.66
02/03/1989 fino ad arrivare agli art. 243-244 e seguenti, del Testo Unico 267 del 2000 e successive
modifiche ovvero “Dissesto Finanziario degli Enti Localiâ€.
Il crack di un Comune produce una serie di effetti a catena, che in un certo senso paralizzano la vita
stessa dell’ente stesso, soprattutto in ambito economico, finanziario e sociale.
L’art. 244 del Testo Unico 267/00 stabilisce che si ha il dissesto finanziario quando il Comune non
è più in grado di assolvere alle funzioni ed ai servizi indispensabili, oppure, quando nei confronti
dell’Ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del
ripristino del riequilibrio di bilancio.
Il dissesto finanziario di un Ente Locale non può essere equiparato al fallimento di un’impresa
privata: l’Ente Locale non può cessare di esistere. In caso di dissesto, si crea una frattura, di certo
non di poco conto, tra passato e futuro.
Nel caso del dissesto finanziario, infatti, pur essendo sentita l’esigenza di tutelare i creditori
dell’Ente, occorre sempre considerare la necessità di assicurare al Comune la continuità di
esercizio, nonostante il grave stato di crisi in quanto gli squilibri economici finanziari che hanno
causato lo stato di crisi dell’Ente, non possono portare ad una forzata cessazione della sua attività,
ma di certo, purtroppo, ne limitano il proprio operato futuro.
Fatta questa brevissima riflessione accademica di diritto, la domanda che mi pongo come tanti
cittadini di Montesilvano, ma anche in qualità di Dirigente del PD di Montesilvano, dove vuole
arrivare la presente Amministrazione Maragno, se tali timori dovessero diventare realtà e quindi atti
amministrativi.
Probabilmente, senza fare alcuna polemica strumentale o terrorismo politico, la richiesta, se
dovesse partire per un pre o Dissesto Finanziario, sarebbe l’unico strumento per giustificare
l’immobilismo di una Amministrazione di centro destra che si trascina oramai da tempo senza un
obiettivo, una progettualità programmatica e soprattutto finanziaria.
Un’Amministrazione che forse è alla ricerca dell’alibi, coadiuvato dalla sacralità del diritto tramite
gli Organi Nazionali di controllo, in modo da porsi di fronte a noi cittadini, con la scusa di non aver
potuto risolvere i tanti problemi cittadini, in quanto eredi di una nave Amministrativa che fa acqua
da tutte le parti.
Un Amministrazione che, non avendo i numeri in maggioranza per l’approvazione del futuro
bilancio, ma soltanto stampelle che di volta in volta vengono tese da movimenti politici
o consiglieri distratti, cerca di mascherare il tutto con un pre o Dissesto Finanziario che
comporterebbe anche la sospensione dei termini per la deliberazione di bilancio e pertanto
salverebbe la faccia dei politici correnti di centro destra.
Ma allora, come si suol dire la domanda sorge spontanea, visto che la famiglia Maragno/Di
Giovanni è impegnata politicamente da un ventennio o poco più, come mai ha cercato il tanto
sospirato traguardo elettorale di Primo Cittadino e adesso forse, è alla ricerca politico-giuridica di
scappatoie per smarcarsi dalle responsabilità acquisite con le ultime elezioni amministrative.
Se ciò dovesse accadere, ovvero dovesse veramente iniziare ed arrivare l’approvazione del pre o
Dissesto Finanziario per il Comune di Montesilvano, noi cittadini ci ritroveremmo a pagare ogni
servizio diretto o indiretto della nostra città e pertanto, il prelievo nelle tasche delle famiglie di
Montesilvano, con le imposte, le tasse locali, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima
prevista dalla legge.
Inoltre, ogni operazione di investimento/mutuo sulla città, nuovi servizi comunali, riqualificazione
urbana in tutte le sue forme e caratteristiche, nuovi servizi cimiteriali, non potranno essere attuati e/
o troverebbero non poca difficoltà ad essere realizzati in futuro.
Non ultimo i servizi sociali che adesso con fatica e professionalità si occupano l’Azienda Speciale
e lo Sportello Ufficio Disabili che fine faranno; dove andranno il pulmino bus scolastico, la mensa,
l’asilo nido ecc.. esisteranno ancora, saranno serviti con la Direzione Comunale e soprattutto
quanto li pagheremo noi cittadini di Montesilvano. Infine, cosa di non poco conto, il Comune una
volta approvato il Dissesto Finanziario avrebbe l’obbligo di legge della alienazione del patrimonio
disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali, ed a questo punto
penso alla Farmacia Comunale o agli impianti sportivi lasciati dal Dott. Trisi o gli immobili della
famiglia Falini ecc… che fine faranno, cosa accadrà alla storia di Montesilvano.
Io da cittadino, ma anche da professionista in campo gius-lavoristico, certe domande me le pongo
perché sono sensibile ai fabbisogni di noi cittadini.
Prima di arrivare ad una tale manovra, o al solo
pensiero di essa, siamo certi che si siano attivate tutte quelle procedure di taglio interno ed esterno
della spesa pubblica; il Comune e soprattutto gli Uffici all’Urbanistica hanno incassato tutto da
chi ha usufruito di accordi o convenzioni con l’Ente; sono stati rinegoziati tutti i mutui correnti al
fine di riportare quanto più possibile liquidità all’Ente con cui fare fronte al saldo con i fornitori
che attendono da 12/24/36 mesi il saldo delle proprie fatture; siamo certi che i debiti dichiarati
dall’Ass. Verrigni siano di tale portata, ma soprattutto i crediti inesigibili siano veramente così
elevati ovvero svariati milioni di euro; siamo certi che non ci sia una azienda italiana o estera che
voglia promuovere a costo zero per l’Ente e per l’impresa con un ritorno pubblicitario, una nuova
tecnologia sulle energie rinnovabili che possa azzerare o quanto meno ridurre il costo delle utenze
nei palazzi comunali o degli edifici scolastici; siamo certi che la pubblica illuminazione debba
essere solo costo per la collettività o invece anche un modo per raccogliere risorse economiche;
siamo certi che i servizi cimiteriali siano solo un costo per la collettività o il Comune si possa
adoperare con ingegno affinché il luogo di culto diventi una risorsa per la città e i suoi cittadini;
siamo certi che non si possa aprire un tavolo con gli Istituti di Credito locale e chiedere loro una
forma di mutualità visto che negli anni d’oro, prima della crisi, hanno avuto grandi soddisfazioni
economiche da questo territorio, dai suoi cittadini ed dagli imprenditori, o ancora, visto che non
si vede “smuovere foglia guardando l’amministrazione del Sindaco Maragnoâ€, è corretto che un
Consiglio Comunale, Giunta e Sindaco percepiscano gettoni di presenza o indennità in forma piena
e pagati dai propri concittadini.
Queste e tante altre domande mi pongo, ma soprattutto penso che una situazione di pre o Dissesto
Finanziario porterebbe al congelamento e paralisi totale o quasi, di questa città, che certamente è
cresciuta troppo in fretta nell’ultimo ventennio, ma di certo Montesilvano non si è mai candidata
o ha scelto l’attuale classe politica del Sindaco Maragno indirizzandola all’immobilismo e alla
paralisi della sua vita politica e dei fabbisogni per i propri cittadini.
Inoltre, altro dato non di poco conto, sempre come previsto dalla norma nazionale del Testo
Unico degli Enti Locali, una procedura verso tale direzione comporterebbe da parte del Consiglio
Comunale e Sindaco un’analisi di bilancio del precedente quinquennio dove ha visto fortemente la
matrice di Centro Destra, su cui ricollocare eventuali responsabilità politiche e/o leggerezze della
classe dirigente di allora.
Naturalmente, le eventuali sanzioni sarebbero a cura della Corte dei Conti, la quale una volta
individuati per colpa o dolo i responsabili del dissesto infliggerebbe loro l’interdizione dai pubblici
uffici oltre ad una condanna patrimoniale per il risarcimento del danno.
Alla luce di tutta questa analisi, invito il Sindaco Francesco Maragno qualora le miei paure, come
di tanti altri cittadini fossero infondate, a fare una smentita ed una dichiarazione ufficiale che
tranquillizzi tutta la cittadinanza.
Sull’altro versante politico, spero e mi auguro che, anche i Consiglieri Comunali, Segretaria
Cittadina e Segretaria Provinciale del mio partito PD come pure di tutte le forze di opposizioni
tengano conto del pericolo derivante e conseguente ad un pre o Dissesto Finanziario e si vadano a
leggere le carte ed i passaggi normativi in modo puntuale, accurato, scrupoloso e chiedano tutte le
verifiche del caso, in quanto una volta approvato in Consiglio Comunale, tale atto è irreversibile
e ci condannerebbe per dieci lunghi anni a vedere una classe politica ferma, tutta una città senza
possibilità di crescita e di risposte alle proprie esigenze di giovani, famiglie ed imprenditori i quali
quest’ultimi sempre più scompaiono dal nostro territorio.
Firmato
Un Padre di Famiglia, Professionista e Dirigente PD
Scorrano Daniele ».