A documentarlo è uno studio realizzato su dati della Banca d’Italia da
Aldo Ronci per la Cna regionale.
Secondo la ricerca, tra gennaio e settembre dell’anno passato, un periodo nel quale pure il risparmio
negli sportelli bancari e postali è cresciuto notevolmente, «in Abruzzo il credito, invertendo la
tendenza dei due anni precedenti, ha segnato un incremento di 267 milioni di euro, passando dai
23.671 di fine 2013 ai 23.938 di fine settembre 2014, con un aumento percentuale dell’1,13%; valore
di gran lunga superiore a quello nazionale, fermo allo 0,28%».
A beneficiare del nuovo “vento†– se davvero può essere considerato tale, e se così si confermerà nei
prossimi mesi – è stato il sistema produttivo. Meglio: solamente una parte, quella delle imprese di
maggiori dimensioni.
Perché la fetta destinata alle “famiglie produttrici†(così, nel lessico di Bankitalia,
le imprese artigiane, ndr) si è assottigliata di 21 milioni, ovvero l’opposto di quanto accaduto per il
resto delle imprese, che hanno beneficiato di erogazioni extra per 372 milioni di euro, invertendo così
la tendenza degli ultimi due anni: un balzo che si nota ancora di può con i valori percentuali, visto che
nei primi nove mesi dell’anno l’Abruzzo ha segnato un aumento del 2,32%, valore triplo rispetto allo
0,79% nazionale.
Barometro positivo, così, per industria (+339 milioni, con il comparto dei mezzi di
trasporto in vetta alla graduatoria, grazie a un incremento di ben 109 milioni), commercio (+106) e
perfino agricoltura (+5). Al contrario, apnea assoluta per costruzioni, attività ricettive e servizi, che
registrano decrementi rispettivamente di 68, 20 e 11 milioni di euro.
Sul piano territoriale, ad assorbire quasi tutto l’incremento destinato al mondo delle imprese
è stata, ovviamente, la provincia di Chieti (con 269 milioni di euro), mentre Teramo e L’Aquila
hanno registrano incrementi più modesti (rispettivamente di 68 e 36 milioni di euro) e la sola
Pescara sott’acqua (-22 milioni).
Male, come detto, i capitoli sui tassi di interesse e “sofferenzeâ€. Nel
primo caso, il tasso sulle operazioni a revoca praticato dal sistema bancario abruzzese è stato del
9,06%, contro il 6,53% nazionale, dunque con uno spread negativo di ben 2,53 punti percentuali.
Un’impennata che si spiega anche con il rapporto tra gli impieghi e i crediti non riscossi dalla banche:
una bilancia che ha segnato quota 17,08% a fronte del 10,90% nazionale.
Risultato: con 781 milioni e
un incremento percentuale del 23,52%, (14,08% media Italia) l’Abruzzo è maglia nera nazionale.
Tra le note positive, si conferma la tendenza al risparmio delle famiglie abruzzesi: i depositi bancari
e postali, nei primi nove mesi 2014, hanno segnato un incremento di 163 milioni di euro.
Quanto alla
dimensione delle banche, dopo i recenti processi di ristrutturazione che hanno interessato alcuni degli
istituti più importanti della regione, ad aumentare la quota di credito sono state le banche medie e le
minori (Bcc), mentre lo hanno ridotto le piccole (Carichieti, Caripe, Tercas) e soprattutto le grandi.
Credito, la Cna:l’emergenza si chiama piccola impresa
«Occorre una iniezione di liquidità nel sistema delle imprese, ma anche di fiducia.
Perché senza, le aziende non investono né in innovazione, né in ricerca di nuovi sbocchi sui mercati
esteri».
Lo ha detto il presidente regionale della Cna Abruzzo, Italo Lupo (nella foto), intervenendo questa
mattina a Pescara alla presentazione dello studio realizzato da Aldo Ronci sull’andamento del
credito nei primi nove mesi del 2014.
Una ricerca che ha confermato la condizione di difficoltà
estrema in cui versa il mondo della micro-impresa, sostanzialmente tagliata fuori dai primi segnali
di ripresa che il mondo bancario sta inviando alle diverse attività produttive, grande industria in
testa.
«Proprio questa difficoltà che incontra il mondo dell’artigianato – ha detto da parte sua il direttore
regionale della confederazione artigiana, Graziano Di Costanzo – deve spingere alla ricerca di
tutti quegli strumenti che possono favorire e agevolare l’incontro tra piccole imprese e istituti di
credito. Penso ai confidi, cioè ai soli strumenti in grado di aiutare le micro imprese ad accedere al
credito: è questa la strada su cui occorre lavorare, d’intesa con la Regione».
Da parte sua, il direttore
regionale di Fidimpresa Abruzzo, Adriano Lunelli, ha invocato una svolta decisiva nell’uso di
alcuni strumenti, come il Fondo centrale di garanzia: «Deve trasformarsi in un soggetto in grado di
agevolare l’incontro tra banche e imprese, oltretutto in un momento in cui gli istituti di credito di
ritrovano a dover gestire le ingenti risorse messe loro a disposizione dalla Banca Centrale Europea».