E’ quanto chiede Cna Balneatori all’indomani dell’incontro tenuto
ieri a Roma dalle principali sigle del mondo delle imprese del turismo balneare italiano (Sib-
Fipe Confcommercio, Cna Balneatori, Assobalneari Italia Confindustria, Fiba Confesercenti
e Oasi Confartigianato) con il sottosegretario al Turismo del governo Renzi, Francesca
Barracciu.
«Il vertice – spiega il coordinatore nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei, presente
all’incontro romano – è servito a mettere a punto un percorso condiviso, che la stessa
Barracciu ha definito come una sorta di “doppio binarioâ€: in sostanza, aprire ai bandi per
nuove concessioni, non prima di aver verificato l’esistenza di ulteriori, nuovi tratti di litorale,
e dall’altra il riconoscimento di un congruo periodo transitorio per le concessioni oggi vigenti.
Una condizione, quest’ultima, che abbiamo posto in cima alla nostra agenda nel confronto con
il governo e le istituzioni comunitarie».
A detta di Tomei, la grande novità degli ultimi mesi è rappresentata dal fatto che «il governo
sembra aver raccolto una nostra storica rivendicazione, che rovescia alcuni punti presenti
nel dibattito precedente e condizionato i rapporti con l’Unione europea.
Ovvero che le attuali
concessioni – in Abruzzo sono circa 600 e in Italia 30mila – avessero di fatto occupato tutti i
beni demaniali disponibili, mentre al contrario intervengono solo su una ristretta porzione,
pari a meno di un quarto del totale, al netto delle spiagge libere e delle aree protette.
Da qui, la
necessità di avere prima un quadro chiaro e finalmente esaustivo delle disponibilità effettive
di spiagge, prima di procedere alle gare».
«Attraverso questo percorso – conclude Tomei – crediamo sia possibile dunque arrivare a
sostenere in Europa una modifica della “direttiva servizi†e prevedere un sistema normativo
che, dopo la proroga, assicuri il mantenimento delle concessioni esistenti nelle mani delle
imprese che già le detengono attualmente».