Dal 1999 a oggi si sono susseguite sei sentenze da parte dei giudici amministrativi di Tar e Consiglio di Stato, la situazione fa sapere l’assessore ha prodotto un danno enorme al decoro cittadino, alla comunità e allo stesso imprenditore, patrimoniale, ambientale e di immagine.
«Per tutte queste ragioni l’Esecutivo non ha perso tempo, ha ripreso le redini del caso e già dal 7 luglio scorso -commenta Santavenere- come assessore di competenza ho promosso la costituzione di un’unità di progetto intersettoriale, -commmenta proprio per avere la compiuta valutazione della situazione tecnica e giuridica e al fine di arrivare a una soluzione che fosse rispettosa delle regole vigenti e dell’ambiente, preoccupazione prioritaria per me e per l’intera Giunta comunale».
Gli uffici sono al lavoro da allora e hanno, di conseguenza, condotto una fitta attività di approfondimento che si conclude con due provvedimenti. Il primo chiude negativamente il procedimento di valutazione del possibile ricorso all’applicazione della sanzione accessoria pecuniaria, alternativa alla demolizione. Il secondo provvedimento è la consequenziale ordinanza di abbattimento in corso di notifica e che darà una risposta definitiva alla vicenda.
«Chiudiamo questo iter -conclude l’assessore Santavenere-con la consapevolezza di lavorare sia per evitare il ripetersi di una vicenda tanto mortificante, sia per elaborare regole di sviluppo armonico della città, nel rispetto della vocazione dei luoghi e dei diritti della comunità che vi risiede».