L’ordinanza, firmata dal sindaco lo scorso 3 dicembre, impone il divieto assoluto su tutto il territorio comunale, per tutti i conducenti e occupanti di mezzi di trasporto che percorrono strade in prossimità di abitazioni, luoghi pubblici o demaniali o aperti al pubblico, di contrattare, concordare o anche solo di chiedere informazioni a persone dedite all’offerta di prestazioni sessuali o in atteggiamenti comportamentali che manifestino l’intenzione.
L’ordinanza si intende violata anche semplicemente fermando il mezzo in prossimità dei soggetti o consentendo ad uno o più di loro di salire o di scendere dal mezzo stesso.
«Ci auguriamo che la somma stabilita per la sanzione – commenta il primo cittadino Francesco Maragno – possa rendere più efficace l’ordinanza emessa per scoraggiare comportamenti che in qualche modo favoriscano la prostituzione.
Combattere questo fenomeno significa favorire la sicurezza del territorio, ridare un decoro all’immagine di Montesilvano che ad oggi, purtroppo è danneggiata dalla prostituzione e tentare di restituire in qualche modo la dignità a queste donne ridotte in schiavitù».
È proprio su quest’ultimo punto che si sta concentrando l’attenzione dell’Amministrazione Maragno, che venerdì ha anche incontrato Cristiano Verziere, uno dei responsabili territoriali della Comunità Papa Giovanni XXIII, che mediante i servizi anti tratta messi in campo dalle unità di strada, aiuta le vittime del racket della prostituzione, così da arrivare in tempi brevissimi alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa.
Affermo che, anche con le nuove disposizioni legislative, le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell’Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso. In più per le medesime ragioni, i primi provvedimenti suddetti non possono essere emessi per problematiche permanenti ed i secondi non possono riguardare materie di sicurezza e/o ordine pubblico.