“La cessazione dell’azienda – secondo Mauro Orsini (MF) – è l’effetto della crisi economica che si acuisce ogni giorno di più in Italia, ma è stata determinata, sempre dal mio punto di vista, anche dalla cattiva politica locale che negli ultimi decenni ha trascurato il commercio e il turismo per lucrare sugli appalti legati all’edilizia. La conseguenza dell’intreccio tra politica e affari è stata quella di non sfruttare i benefici economici di una città a vocazione turistica, trasformandola al contrario in una lapide di cemento che ha attratto i malavitosi invece dei turisti.
Nonostante l’impegno, la capacità produttiva e gli ottimi risultati della famiglia del titolare della pizzeria D’Alberto Antonio di cui sono consulente, la storica e rinomata attività è stata messa in ginocchio dalle scelte scellerate della politica locale e nazionale che non hanno sostenuto le imprese che avrebbero potuto garantire crescita, sviluppo e occupazione.
Recitare il ruolo di politici-marionette manovrati dai burattinai-costruttori ha ucciso il turismo, il commercio, l’economia, la cultura di una città che oggi potrebbe vivere con gli introiti del turismo, ma che invece deve sopportare il peso economico e sociale della malavita che sul territorio ha trovato terreno fertile per le sue attività illecite”.
D’Alberto Antonio scrive Orsini che mi ha autorizzato a scrivere e a diffondere la notizia indicando il suo nome sarà costretto, all’età di 52 anni a lasciare l’Italia per andare a lavorare a Toronto, in Canada, perché l’Italia, paese che ama, non gli ha consentito di lavorare e vivere dignitosamente”.
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