Duro il commento nella nota dell’esponente del Partito di Rifondazione Comunista “Il comitato VIA si è reso responsabile sotto la presidenza del direttore Sorgi, oggi agli arresti domiciliari, di una serie di pronunciamenti la cui irregolarità è stata evidenziata non solo da noi ambientalisti ma dai periti incaricati dalla Procura di Pescara e dalla stessa Unione Europea.
In quella sentenza -scrive Acerbo– il TAR respingeva ricorsi dei cittadini e del WWF ma lo faceva mettendo in risalto il pasticcio surreale che caratterizza questo appalto milionario: in sintesi il tribunale amministrativo sentenziava che mancava un provvedimento espresso concludente da annullare in quanto le opere (…) devono completare iter procedimentale che indica come passaggio lo screening per la VIA“.
Come ampiamente chiarito dal Tar dai periti della Procura e la stessa Unione Europea, spiega Acerbo, l’opera si è andata realizzando senza prima essere stata sottoposta alla preliminare valutazione ambientale e il procedimento di Screening di VIA è stato avviato per intervento dell’Unione Europea (grazie a un esposto del WWF!) quando i lavori erano già in corso.
La procedura che doveva precedere l’inizio dei lavori sarebbe in fase interlocutoria non conclusiva “ma i lavori sono andati avanti con un notevole dispendio di risorse pubbliche per responsabilità della GTM, della Regione e ovviamente del Comitato V.I.A.
Il paradosso -continua l’esponente PRC- è che nonostante sia evidente l’iter illegittimo il comitato V.I.A. presieduto per anni da Antonio Sorgi ha lasciato andare avanti i lavori pur essendo l’opera priva del titolo autorizzativo.
Come sottolineato nelle diffide, in base all’articolo 29 comma 4 del Dgls 152/2006 il Comitato V.I.A. avrebbe dovuto disporre la sospensione dei lavori:
Nel caso di opere ed interventi realizzati senza la previa sottoposizione alle fasi di verifica di assoggettabilita’ o di valutazione (…) l’autorita’ competente, valutata l’entita’ del pregiudizio ambientale arrecato e quello conseguente alla applicazione della sanzione, dispone la sospensione dei lavori e puo’ disporre la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale(…)”.
L’auspicio di Acerbo a questo punto è che dalla riunione di domani venga uno stop a questa opera che dichiara illegittima.
“Di sicuro -conclude nella nota-noi continueremo la battaglia per la legalità e la trasparenza su questo appalto”.