Una misura – l’istituzione della zona franca – attesa
da anni dal mondo delle imprese locali, soprattutto in considerazione dei notevoli vantaggi che
la sua nascita comporterebbe per i nuovi insediamenti realizzati nell’area sud-ovest della città, in
particolare sotto forma di detrazioni fiscali e di sgravi contributivi.
Se il testo della legge di Stabilità non verrà modificato, in sostanza, la città perderebbe risorse
stimate in circa 16 milioni di euro per il triennio 2015-2017: decisamente troppe, alla luce della
crisi che il territorio urbano attraversa da anni, ma pure in considerazione dell’accresciuta pressione
fiscale, a carico di famiglie e imprese, conseguente alle ultime misure varate dall’amministrazione
comunale su smaltimento rifiuti e immobili.
A detta della Cna pescarese, che chiede dunque «un tavolo immediato con la partecipazione
di Comune, Provincia, Regione, parlamentari abruzzesi, associazioni d’impresa e sindacati dei
lavoratori, è necessario mettere subito sul piatto della trattativa con il Governo, prima che il testo di
legge sia definitivamente approvato in Parlamento, la disponibilità di risorse finanziarie per la Zfu
pescarese da parte delle istituzioni locali visto che questa è l’unica strada praticabile».
«Una disponibilità – ricorda ancora l’associazione presieduta da Riccardo Colazilli e diretta da
Carmine Salce – che si era manifestata nell’impegno della Giunta Chiodi, mai però messa “nero
su bianco†a individuare fondi non spesi, nelle pieghe della programmazione comunitaria 2007-
2013, da destinare alla Zfu pescarese».
Così non è stato, e adesso la Cna di Pescara chiede al nuovo
governo regionale a guida D’Alfonso di adoperarsi in fretta. Nello stesso tempo, la confederazione
artigiana pescarese chiede ai parlamentari abruzzesi di presentare un emendamento alla legge di
Stabilità, per reintrodurre la Zfu pescarese nel testo.
Nella foto Riccardo Colazilli e Carmine Salce