secondo i presidenti Cna il fatto che a determinare la
scelta di dimissione del sindaco Francesco Maragno «sia stata la mancata approvazione del bilancio in
consiglio comunale, al di là delle schermaglie tra schieramenti e partiti, su cui non intendiamo entrare,
sta a dimostrare la difficoltà di amministrare disponendo di risorse esigue.
D’altra parte, anche la
recente polemica delle associazioni d’impresa e dei sindacati dei lavoratori con l’amministrazione
comunale pescarese, generata dall’aumento generalizzato della tassazione a carico di imprese e
famiglie, si iscrive nello stesso capitolo».
Per uscire dall’impasse, a detta della confederazione artigiana, non resta dunque che «seguire la strada
indicata dal referendum consultivo che il 25 maggio scorso ha decretato, per volontà dei cittadini di
Pescara, Montesilvano e Spoltore, la decisione di procedere all’unificazione delle tre realtà: il fatto
che al quesito abbiano risposto positivamente circa 65mila elettori dei tre centri, sta a significare una
espressione di volontà chiara, cui tocca ora alla Regione Abruzzo dare attuazione con le procedure
previste dalla legge, senza tentennamenti e ostruzionismi di sorta, dettati da calcolo politico o
companilismi».
«Oltretutto – aggiungono Lupo e Colazilli – in tempi di “vacche magre†imposti dalla crisi alle
amministrazioni locali, rischiano di passare in secondo piano gli enormi vantaggi che ricadrebbero
sulle comunità amministrate: ai circa 7 milioni di risparmi annui ottenuti dalla contrazione del costo
della politica, con il taglio delle poltrone di sindaci, assessori e consiglieri comunali, dall’unificazione
dei servizi e del personale, dall’eliminazione dei doppioni, dall’unificazione delle società partecipate,
si unirebbero i grandi vantaggi previsti dalla legge.
Come la deroga per tre anni al Patto di stabilità
interno, che impedisce anche ai Comuni virtuosi di investire; l’erogazione per dieci anni di un
contributo annuale straordinario pari al 20% in più degli attuali trasferimenti da parte dello Stato;
una ulteriore quota individuata da altri Fondi statali, come quello di solidarietà tra i Comuni».
Risorse
fondamentali per costruire i bilanci senza continuare a chiedere sempre sacrifici ai cittadini con nuove
tasse e a sacrificare interventi importanti sui servizi alle collettività».
Si tratta di vantaggi – concludono i due presidenti, che confermano la piena disponibilità della Cna a
sostenere in tutte le sedi istituzionali questo processo – cui si unirebbero, più in generale, «i benefici
prodotti dalla creazione, nell’area adriatica, di quella che a conti fatti diverrebbe, dopo Venezia e Bari,
la terza area urbana come dimensioni e abitanti.
Vantaggi sul sistema di viabilità, sulle infrastrutture
ferroviarie e aeroportuali, sull’offerta turistica».