Domani, giovedì 25 settembre, dalle ore 18 alle ore 20, a Pescara si terrà un presidio silenzioso sotto la sede regionale della Rai di via De Amicis. La manifestazione unitaria, chiamata “Vendiamo la Rai, fuori i partiti dalla tv di Statoâ€, è stata organizzata in contemporanea con le città di Roma e Milano.
I partiti che hanno aderito alla mobilitazione promuovono la richiesta di privatizzazione della Rai, per un sistema televisivo aperto alla concorrenza e agli investimenti privati, l’abolizione del canone, limiti alla concentrazione della proprietà delle reti televisive e un drastico abbassamento dei tetti per la raccolta pubblicitaria.
Al presidio di domani sotto la sede regionale della Rai partecipano il Partito Liberale Italiano, insieme ad altre associazioni dell’area liberale (Alleanza Liberal Democratica per l’Italia, Fare per Fermare il declino, Gioventù Liberale Italiana, I liberali, Italiaperta, Lib Mov, Liberali Moderati per l’Italia, Liberi di ricominciare, Mit modernizzare l’Italia, Partito Federalista Europeo, Partito Repubblicano Italiano, Radicali Italiani, Riforma Federale, Right Blu la Destra Liberale, Risveglio Ideale, Società Libera e Tea Party Italia).
L’iniziativa è di grande impatto fanno sapere gli organizzatori «ricondurre il grande carrozzone della Rai nell’alveo di una sana concorrenza, senza far gravare i propri spropositati e ingiustificati costi sulle tasche dei già tartassati cittadini italiani. La contestazione muove dalle anomalie di cui gode la Rai, società per azioni controllata al 99,56% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e allo 0,44% dalla Siae. La Rai è un soggetto giuridico privato, ma economicamente pubblico, che si avvale di una concessione in esclusiva dello Stato per il servizio pubblico radiotelevisivo in Italia e allo stesso tempo beneficia del privilegio di una riscossione annuale del canone dai cittadini. La tassa è dovuta da chiunque disponga di apparecchi in grado di ricevere trasmissioni televisive, indipendentemente dall’interesse o meno a vedere i canali di Stato e indipendentemente dall’essere d’accordo o meno con i profumati onorari pagati a conduttori e ospiti di eventi non sempre ritenuti soddisfacenti. La norma che impone questo pagamento è addirittura il Regio Decreto n. 246 del lontano 1938, redatto in un’epoca in cui l’Italia era tutto tranne che liberale e quando non si aveva la fortuna di poter “cambiare canaleâ€. A questo quadro si aggiunge la storica lottizzazione di cui la Rai è sempre stata accusata. Il controllo politico, in particolare di alcuni partiti, è sempre stato preponderante ed evidente, minando l’indipendenza e il pluralismo alla base di qualunque servizio pubblico.
Per tutte queste ragioni il mondo liberale ha deciso di promuovere la propria battaglia volta a smantellare i capisaldi di un struttura economica e di potere che si regge sulle tasche dei cittadini italiani, ma senza garantire loro una serie di diritti sacrosanti. La manifestazione silenziosa di domani, giovedì 25 settembre, sarà solo il punto di partenza di una protesta più ampia che coinvolgerà decine di città italiane».