Dopo una approfondita discussione si è concordato di proporre alla Giunta Comunale ( che è l’organo deliberante in materia) per le nuove vie da intitolare i seguenti personaggi individuati tra le celebrità locali le cui schede biografiche sono state redatte dal Prof. Candido Greco.
Giovanni Di Giovanni – Maestro di sartoria
Vincenzo Noto – Primo Scudiero degli Zar
Emidio Antonini- Diplomatico del Regno di Napoli
Inoltre in esecuzione di una Delibera della Giunta Municipale del 3-4-2011 sarà intitolata a Vincenzo Di Giosaffatte ( Artista e Ceramista) il largo antistante all’ ex Istituto d’Arte in Via Caselli.
SCHEDE DEI CITTADINI ILLUSTRI SCELTI PER LE NUOVE VIE ( testi a cura di Candido Greco)
EMIDIO ANTONINI
Diplomatico abruzzese (L’Aquila 1787- Parigi 1862)
Era di famiglia nobile, di origine pennese. Nacque a L’Aquila il 15 agosto 1787 dal
barone di Torano, Giampietro.
A L’Aquila fu ricevitore generale prima di darsi alla
carriera diplomatica che svolse in Brasile, Spagna, Prussia e Sardegna. Aristocratico e
conservatore, come i suoi parenti pennesi, gli Antonini-Carradoro, fu dotato di grande
intuito politico e di spirito acuto di osservazione, rivelandosi prezioso nel trattare
problemi soprattutto economici ed amministrativi, ma anche politici, che avrebbero
potuto salvare il Regno di Napoli solo se il Re Ferdinando II lo avesse assecondato. Fu
ministro plenipotenziario in Prussia nel 1834.
Nel 1849 fu a Parigi e riscosse le simpatie
di Luigi Napoleone che per primo egli riconobbe come imperatore.
Inascoltato dal Re, al quale proponeva una politica interna moderata, carico di
onorificenze ottenute all’estero, si rititò a vita privata nel 1860, ottenendo da Ferdinando
II la nomina a marchese. Fu il migliore diplomatico dei Borboni.
Morì a Parigi il 10
settembre 1862, ma il suo corpo riposa a Roma nella tomba marmorea scolpita da
Giuseppe Lucchetti nella Chiesa della SS. Trinità dei Monti.
Di lui abbiamo un diario
del 1852 ed un carteggio rimasto inedito.
GIOVANNI DI GIOVANNI
Sarto rinomato (Penne 1881 + 1960)
Nato a Penne il 20 maggio 1881, fu sarto creativo e rinomato, fondatore di una
scuola privata, più antica di quella istituita dalla Roman Style nel 1982.
Suoi progetti di
abiti risalgono al 1910 e furono segnalati dall’Accademia Internazionale di Taglio.
Nel
primo quarto del Novecento fece conoscere all’Italia il valore della sua arte ma anche
della tradizione sartoriale vestina, meritandosi riconoscimenti a Roma, Milano, Reggio
Calabria, Salerno e perfino a Chicago, espressi in molti diplomi di merito e cinque
medaglie d’oro.
Nel 1920-1921 fu riconosciuto Maestro d’Arte e professore di taglio di
abiti maschili e femminili.
Confezionò abiti anche per seminaristi, preti e finanche per
un cardinale. Aveva un “suo metodo professionale di taglio†che gli venne riconosciuto
il 29 agosto 1932 dal Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1924 diffondeva in Italia
e all’estero una sua tavola sinottica divisionale, giudicata indispensabile a tutte le
scuole di taglio. Fu il sarto dei nobili di Penne, nonché dei borghesi più noti.
La scuola di taglio del Di Giovanni funzionò a Penne per dieci anni come
“succursale della Scuola Forcini di Romaâ€, poi si affrancò nel 1933 con decreto del
Prefetto di Pescara datato 29 luglio. Cessò con la sua morte avvenuta il 3 maggio 1960.
La scuola sartoriale di Penne risorgerà ventidue anni dopo per merito del prof.
Lucio
Marcotullio nell’ambito della Roman Style, fondata a dicembre del 1959.
VINCENZO NOTO
Primo scudiero degli Zar (Penne 1854 + Teramo 1941)
Nacque a Penne l’8.VIII.1854 da Gaspare, cocchiere siciliano, e da Chiara D’Angelo,
figlia di quel Francesco, detto Zaiocco, uno dei Martiri Pennesi del 1837.
Trasferitosi
con la famiglia a Teramo, trascorse la prima giovinezza facendo il mestiere del padre
e condividendone la passione per i cavalli.
Quale scudiero del Principe Colonna fu a
Parigi ove si distinse tanto nei circoli di equitazione da farsi notare dal Principe Orlov,
cugino dello Zar Alessandro III, che lo invitò a S. Pietroburgo per assumere il governo
delle scuderie imperiali.
Da Parigi, dove viveva con la moglie ed il figlio, si trasferì a
S. Pietroburgo, dove alla morte di Alessandro III passò al servizio del nuovo Zar che
lo nominò Primo Scudiero Imperiale.
Per i suoi tempi Noto fu modello di scudiero
inimitabile per lo stile che aveva nel cavalcare in funzione di battistrada-araldo nelle
parate e per il modo impeccabile di stare a cassetta e di condurre i cavalli, meritandosi
ben quindici medaglie in tutta la sua carriera.
Con tutta la sua famiglia visse in intimità
con la famiglia imperiale, a tal punto che la Zarina fece da madrina di battesimo a sua
figlia, alla quale impose il suo nome Alice.
A Noto era affidato il colpo d’occhio della
Russia Zarista nelle parate, nelle riviste, nelle visite dei capi di Stato. Con lo scoppio
della Rivoluzione Bolscevica e l’uccisione dello Zar con tutta la famiglia imperiale,
rientrò in Italia e morì a Teramo il 27 febbraio 1941.
Fu l’ultimo rappresentante
dell’epoca dei cavalli che volgeva al tramonto.