2.791 le persone contate dai 40 volontari su 7 passaggi chiave della
città (piazza Italia, Strada Parco, corso V. Emanuele, Madonnina, Ponte di ferro, piazza Ovidio, piazza
Pierangeli) Pochi di più dell’edizione 2011 (furono 2.710) e un po’ meno dello scorso anno (quando
ne furono contati 2.979). Insomma chi si aspettava un boom di partecipazione è rimasto forse deluso,
malgrado l’impressione comune è che a Pescara sia aumentata – e di molto – la mobilità ciclistica, anche e
soprattutto in conseguenza dell’ampliamento delle zone pedonali in centro.
Tra i passaggi più frequentati, al primo posto c’è piazza Italia (punto di arrivo di molti lavoratori pubblici)
con 643 ciclisti; al secondo la Strada Parco all’ incrocio con via Muzii (495 passaggi) e poi corso Vittorio
Emanuele (nel tratto chiuso al traffico) con 437 passaggi, il Ponte di ferro ( 360), Piazza Ovidio ( 317) il
largo della Madonnina (284) Piazza Pierangeli (255).
Rispetto agli scorsi anni, si è registrato un leggero calo degli utenti in bici sia sulla strada parco che a piazza
Pierangeli. Nel primo caso, lo spartitraffico su via Muzii costituisce un ostacolo invalicabile per i ciclisti che,
provenendo da nord, devono andare verso il mare, mentre nel secondo caso i lavori in corso sulla golena
nord del fiume e l’intenso traffico intorno alla rotatoria della piazza scoraggiano molti a intraprendere quel
percorso.
L’iniziativa di questa mattina era rivolta esclusivamente ai lavoratori e agli studenti che si muovono in
bicicletta nelle prime ore del mattino. Persone abituate a pedalare ad una certa velocità nei tratti che lo
consentono e che non temono di immettersi nel traffico delle strade a forte percorrenza quando devono
raggiungere destinazioni lavorative fuori da percorsi ciclopedonali: Ospedale, Regione, Provincia, Università
e tante altre destinazioni di aziende pubbliche e private. Insomma coloro che si spostano per lavoro in
bicicletta lo fanno per una scelta precisa, percorrono zone anche trafficate e sono abituati a farlo, tanto da
essere definiti eroici, o comunque meritevoli.
Per questo a loro la Fiab Pescarabici ha voluto riconoscere
un piccolo premio, consistente in una colazione o una consumazione presso una serie di bar e pizzerie
convenzionati, che offrono, a partire da oggi e fino alla fine del mese, una consumazione gratuita come
segno di attenzione verso chi ha fatto una scelta sana ed ecologica.
L’impressione che ne deriva da una prima analisi delle cifre è che la mobilità ciclistica non riesca a decollare
(oltre lo zoccolo duro costituito dai pescaresi stakanovisti delle due ruote) a causa di percorsi ciclabili
frammentati, non collegati, che alternano zone protette (strada parco e piste ciclabili) a tratti meno sicuri
( viale D’Annunzio – viale Pindaro) o addirittura a rischio (via Ferrari, via Aremogna, via De Gasperi, via
Marconi, via Tiburtina ecc.).
In più i nuovi sensi unici del centro hanno rivoluzionato la viabilità per le auto,
hanno reso ancora più problematica la percorrenza da parte dei ciclisti, costretti ad aggirare spartitraffico
ed enormi rotatorie prive di linee di cortesia per le bici, e strade diventate a senso unico laddove ci sarebbe
tutto la spazio per tracciare un percorso ciclabile. Insomma, benché la vocazione di Pescara sia ormai più
che evidente, con un orientamento chiaro dei cittadini a voler scegliere la bici come mezzo di trasporto,
l’assenza di qualsiasi strategia per la mobilità sostenibile urbana pesa soprattutto nelle scelte degli utenti più
deboli (ragazzi, anziani) che non utilizzano la bicicletta se non per brevi tratti e solo su piste ciclabili.
Ma ne sapremo di più quando i ciclisti riconsegneranno il questionario predisposto da Pescarabici: in esso
sono contenuti i suggerimenti che ogni ciclista pescarese vorrebbe dare all’amministrazione comunale, dopo
aver elencato le difficoltà o il grado di soddisfazione di ognuno nel percorrere in bici le strade della città.